La farsa

Ah Dieu ! que la guerre est jolie/ Avec ses chants ses longs loisirs … questi versi Apollinaire che più avanti  frantumano gli entusiasmi  trasformando l’esclamazione iniziale in Adieu, potrebbero essere davvero l’inno dei barbari europei che sono percorsi da una nuova ansia di guerra che travolge ogni ragione. Così mentre il governo tedesco dà il via libera all’invio in Ucraina dei leopard 2, sebbene in una versione antiquata, tentando nello stesso tempo di evitare che questo significhi entrare in guerra con la Russia, la ministra degli affari esteri Annalena Baerbock, allieva del Wef  e idiota a tutto tondo ha invece detto che la Germania è in guerra contro la Russia. Però in tutto l’occidente sembra che l’invio di qualche decina di carri armati sia come la ricostituzione della grande armata di Napoleone o una nuova operazione Barbarossa. Sebbene l’aiuto effettivo è modesto e gli americani non osano portare i loro Abrams per timore che facciano una figuraccia ,  la canea dei media sta portando al climax lo spirito bellico dei cretini .

In realtà non ci sarebbe proprio nulla di cui entusiasmarsi in questo furibondo appoggio al Kiev e nemmeno da protagonisti , ma da sguatteri degli Usa, perché la quantità di carri è esigua e inoltre il Leopard2 è molto sopravvalutato come spesso avviene per i prodotti tedeschi. Nonostante questo carro sia stato venduto un po’ dovunque, compresi molti Paesi della Nato dove costituiscono il fulcro delle truppe corazzate, il suo battesimo del fuoco è venuto molti anni dopo la sua entrata in servizio, vale a dire nel 2016. Uno dei maggiori acquirenti del Leopard 2 è stata la Turchia che li ha usati  in maniera massiccia nell’operazione  denominata “Euphrates Shield”, iniziata nell’agosto 2016 per contrastare i curdi e  in quella successiva del 2017  ” Ramo d’ulivo” contro l’Isis. E’ stata una strage di carri:  le cifre esatte sono difficili da mettere assieme, ma non meno di 45 carri  su circa 120 utilizzati sono stati distrutti sia da mine artigianali sia dai missili anticarro Kornet russi (gli stessi che avevano fatto fuori molti Merkava israeliani, durante la guerra del Libano nel 2006) . Fu una sorta di choc che venne anche riportato dalla stampa specializzata occidentale e che indusse Ankara a costruire un carro armato in proprio, ma sembra che adesso tutto questo sia stato completamente dimenticato  e messo sotto il tappeto.

Il gattopardo

Fonte: Come Don Chisciotte

Un ex funzionario dei servizi segreti degli Stati Uniti ha confermato che il caotico remix del Maidan inscenato a Brasilia l’8 gennaio è stato un’operazione della CIA e lo ha collegato ai recenti tentativi di rivoluzione colorata in Iran.

Domenica, presunti sostenitori dell’ex presidente di destra Jair Bolsonaro avevano preso d’assalto il Congresso, la Corte Suprema e il palazzo presidenziale del Brasile, aggirando le fragili barricate di sicurezza, salendo sui tetti, spaccando finestre, distruggendo proprietà pubbliche, tra cui preziosi dipinti, e invocando un colpo di stato militare come parte di un piano di cambio di regime che aveva come obiettivo il presidente eletto Luis Inacio “Lula” da Silva.

Secondo la fonte statunitense, il motivo per cui l’operazione (che presentava segni evidenti di una pianificazione affrettata) era stata organizzata proprio adesso, era dovuto al fatto che il Brasile è destinato a riaffermarsi nella geopolitica globale, insieme agli Stati BRICS, Russia, India e Cina.

Ciò suggerisce che i pianificatori della CIA sono avidi lettori dello stratega del Credit Suisse ed ex dirigente della Fed di New York, Zoltan Pozsar. Nel suo innovativo rapporto del 27 dicembre intitolato War and Commodity Encumbrance, Pozsar affermava che “l’ordine mondiale multipolare non è costruito dai capi di Stato del G7, ma dal ‘G7 dell’Est’ (i capi di Stato dei BRICS), che, in realtà, è un G5, ma che, a causa della ‘BRICSpansion’, mi sono preso la libertà di arrotondare.”

L’autore si riferiva alle notizie secondo cui Algeria, Argentina e Iran hanno già chiesto di entrare a far parte dei BRICS (o meglio della loro versione allargata “BRICS+”), con un ulteriore interesse espresso da Arabia Saudita, Turchia, Egitto, Afghanistan e Indonesia.

La fonte statunitense ha tracciato un parallelo tra il Maidan della CIA in Brasile e una serie di recenti manifestazioni di piazza in Iran, strumentalizzate dall’agenzia come parte di un nuovo tentativo di rivoluzione colorata: “Queste operazioni della CIA in Brasile e in Iran sono analoghe all’operazione in Venezuela del 2002, che, all’inizio, aveva avuto un grande successo, poiché i rivoltosi erano riusciti a spodestare Hugo Chavez.”

Fa il suo ingresso il “G7 dell’Est

I neoconservatori straussiani ai vertici della CIA, indipendentemente dalla loro affiliazione politica, sono furiosi per il fatto che il “G7 dell’Est” (come la configurazione BRICS+ del prossimo futuro) si stia rapidamente allontanando dall’orbita del dollaro USA.

Lo straussiano John Bolton (che ha appena reso noto il suo interesse a candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti) chiede ora l’estromissione della Turchia dalla NATO, mentre il Sud globale si riallinea rapidamente all’interno delle nuove istituzioni multipolari.

Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov e il suo nuovo omologo cinese Qin Gang hanno appena annunciato la fusione della Belt and Road Initiative (BRI), a guida cinese, e dell’Unione Economica Eurasiatica (EAEU), a guida russa. Ciò significa che il più grande progetto di commercio/connettività/sviluppo del XXI secolo (le Nuove Vie della Seta cinesi) è ora ancora più complesso e continua ad espandersi.

Ciò pone le premesse per l’introduzione, già in fase di progettazione a vari livelli, di una nuova valuta commerciale internazionale destinata a soppiantare il dollaro statunitense. Oltre al dibattito interno ai BRICS, uno dei vettori principali è il gruppo di discussione istituito tra l’UEEA e la Cina. Una volta concluse, queste deliberazioni saranno presentate ai Paesi partner BRI-UEE e, naturalmente, al BRICS+ allargato.

Lula, alla guida del Brasile in quello che è il suo terzo mandato presidenziale non consecutivo, darà un enorme impulso al BRICS+. Negli anni 2000, a fianco del Presidente russo Putin e dell’ex Presidente cinese Hu Jintao, Lula era stato uno dei principali patrocinatori di un ruolo più profondo per i BRICS, compreso il commercio nelle loro valute.

I BRICS come “il nuovo G7 dell’Est”, secondo la definizione di Pozsar, sono un anatema, tanto per i neoconservatori straussiani quanto per i neoliberali.

Gli Stati Uniti vengono, lentamente ma inesorabilmente, estromessi dalla grande Eurasia dalle azioni concertate del partenariato strategico Russia-Cina.

L’Ucraina è un buco nero, dove la NATO rischia un’umiliazione che farà sembrare l’Afghanistan una Alice nel Paese delle Meraviglie. Un’UE debole, costretta da Washington a deindustrializzarsi e ad acquistare gas naturale liquefatto (GNL) statunitense a costi assurdi, non ha risorse essenziali saccheggiabili da parte dell’Impero.

Dal punto di vista geoeconomico, l’obiettivo principale rimane quello che gli Stati Uniti chiamano l’”emisfero occidentale,” in particolare l’immenso Venezuela, ricco di energia. Dal punto di vista geopolitico, l’attore regionale chiave è il Brasile.

Il gioco neoconservatore straussiano consiste nel fare di tutto per impedire l’espansione commerciale e l’influenza politica di Cina e Russia in America Latina, che Washington (a prescindere dal diritto internazionale e dal concetto di sovranità) continua a chiamare “il nostro cortile.” In tempi in cui il neoliberismo è così “inclusivo” che i Sionisti indossano la svastica, la Dottrina Monroe è tornata, gonfiata con gli steroidi.

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Colpi di coda

Ora una piccola squadra navale russa armata con i nuovi Zircon da Mac 9 e testata nucleare, un arma che niente può fermare, sta facendo il giro del mondo per mostrare la bandiera, ma anche come monito per gli irriducibili avversari. E’ solo una dimostrazione per ora, ma occorre che quanto prima i cittadini europei si sveglino dal loro torpore per salvare se stessi dalla distruzione, rendendosi finalmente conto che un’epoca è finita anche se sugli schermi della narrazione mediatica essa continua ad oltranza: ma sono ormai i titoli di coda. Si devono rendere conto di essere non protagonisti della Nato, ma ostaggi, una sorta di enorme puntaspilli destinato a consumare molti colpi e dunque diminuire quelli destinati agli Usa. D’altro canto anche militarmente l’Europa è debolissima e lo è ancora di più oggi che molte armi sono state regalate all’Ucraina, molti Paesi hanno munizioni per giorni di combattimenti e armamenti complessivamente obsoleti. E anche le truppe americane di stanza nei vari Paesi europei, circa 80 mila uomini, non possono fare gran che visto che solo 10 mila sono effettivamente armati, operativi e utilizzabili in combattimenti duri e ad armi pari.

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Nord stream

La Svezia d’altro canto ha anche le prove della partecipazione bilaterale di Usa e Gran Bretagna nella distruzione dei Nord Stream che fino ad ora si è rifiutata di divulgare e dunque ha in mano abbastanza carte per resistere. Assistiamo insomma al primo capitolo di una disintegrazione della Nato che comincia dal mancato avanzamento.(dell’adesione)

backrock

Sebbene Zelensky venga esposto come una sorta di totem o di feticcio in ogni angolo dell’occidente, una cosa è chiarissima: l’Ucraina non esiste più, è un conglomerato di interessi americani e oligarchici che niente hanno a che fare con uno stato che aveva come capitale Kiev e la cui sopravvivenza formale è legittimata solo dal sangue della carne da cannone e dagli interessi spuri in fantomatiche ricostruzioni che non hanno senso. Dopo le acquisizioni di vastissime aree agricole da parte dei Bill Gates e compagnia cantante o forse sarebbe meglio dire vaccinante, dopo le masturbazioni petrolifere della famiglia Biden al completo,  adesso sono direttamente i finanzieri come Larry Fink capo di BlackRock, che parlano con Zelensky e promettono soldi per ricostruzioni che non si sa bene in quale futuro e in quali aree possano essere collocate senza prima arrivare alla pace. Zelensky e Fink , come dice un comunicato ufficiale riportato dai media, hanno deciso di comune accordo di concentrarsi nel breve termine sul coordinamento di tutti i potenziali investitori e dei partecipanti alla ricostruzione del Paese, incanalando gli investimenti nei settori più rilevanti e significativi per l’economia ucraina, Vista l’enorme corruzione dove alcuni oligarchi fanno incetta di soldi e di beni in maniera sfacciata, vista la fuga degli abitanti dal freddo, dagli arruolamenti forzati oltreché dalla scomparsa dei servizi essenziali, non si sa bene di cosa si stia parlando.

Anzi forse si può immaginare: la creazione di un’enorme area di riciclaggio di denaro sporco dove oligarchi e funzionari, a parte i padroni occidentali, facciano la cresta finché potranno. Altro non è dato di immaginare visto che il Pil ucraino si è dimezzato e la stragrande maggioranza delle aziende residuali del Paese non produce profitti . Si tratta indefinitiva di succhiare tutto quello che si può prima della fine della globalizzazione che peraltro è una delle più grandi paure di Fink.  Ad ogni modo un punto sta cominciando a diventare chiaro: il cosiddetto occidente è ormai direttamente gestito dai potentati economico finanziari: nonostante il fatto che essi siano riusciti a portare alla Casa Bianca un  un individuo affetto da demenza senile e per di più implicato appieno attraverso la sua famiglia nella corruzione ucraina, nonostante siano riusciti, in accordo con le centrali militari e di intelligence degli Usa a comprare tutti o quasi i governi europei e occidentali, sentono il bisogno di entrare a gamba tesa negli affari di stato prima che essi  possano fare qualcosa che non è pienamente nei loro interessi. Dopo la salute, anche la guerra e la pace vengono gestiti privatamente servendosi dei personaggi, anzi dei burattini, che essi stessi hanno creato, ma entrando in scena da protagonisti.

In un certo senso non si tratta di qualcosa di totalmente negativo: più tutto questo diventa palese: più i milioni di persone danneggiate e impoverite dalle manovre del grande capitale, vedranno chiaramente da dove arrivano le loro sofferenze e più la cosiddetta pace sociale costruita sulla base delle menzogne diventerà incerta, fragile, mettendo a rischio le aspirazioni e le distopie che i grandi ricchi cercano di imporre. Ma ancora di più  il fatto stesso di essere i tiranni assoluti solo di una piccola parte dell’umanità, mentre la maggioranza non intende sottomettersi, finirà per sconfiggerli visto che le loro risorse sono prevalentemente di carta e o sono accettate da tutti o valgono zero. Per ora cercano di far credere che l’Ucraina esista ancora come nazione, cosa del resto impossibile visto che non lo è mai stata, che lotti per libertà che non ha concesso ai russofoni e in fondo nemmeno ai propri cittadini che esista insomma qualcosa oltre Zelensky, quattro  mega oligarchi e un esercito tenuto insieme dalla Nato a da gruppi di fanatici nazisti. In fondo a questo punto l’Ucraina stessa è una narrazione che serve a questi padroni del vapore per tenerci in stato di guerra mentre loro si riempiono di soldi