Sei minuti all’alba

Sei minuti all’alba: e gh’è gnanca ciàr
sei minuti all’alba: il prete è pronto già
l’è già mò mes’ura ch’el va dree a parlà…
glie l’ho detto: “Padre, de bún, mi hu gia mol pregà!”
Sei minuti all’alba, non è neanche chiaro
sei minuti all’alba, il prete è già pronto
è già mezz’ora almeno che continua a parlare
gliel’ho detto “Padre, mi creda, ho già pregato molto”
Nella cella accanto canten ‘na cansún…
sì, ma non è il momento! Un pu d’educasiún …
Mi anca piangiaria, il groppo è pronto già
Piangere. D’accordo, perché, mi han de fucilà:
Nella cella accanto cantano una canzone
Sì, ma non è il momento! Un po’ di educazione…
Io piangerei invece, il groppo (in gola) è già pronto.
Piangere, d’accordo, perché mi devono fucilare
Vott setémber sun scapà, hu finì de faa el suldà
Al paes mi sun turnà: “disertore” m’han ciamà
E su un treno caregà, n’altra volta sun scapà
in montagna sono andato, ma l’altrer
coi ribelli m’han ciapà
L’otto settembre sono scappato, ho finito di fare il soldato (1)
sono tornato al mio paese, (ma) mi hanno chiamato “disertore” (2)
poi mi hanno caricato sul treno, sono scappato un’altra volta (3)
sono andato in montagna, ma l’altro ieri
mi hanno catturato con i ribelli (4)
Entra un ufficiale; mi offre da fumar…
“Grazie, ma non fumo, prima di mangiar”
Fa la faccia offesa… mi tocca di accettar.
Le manette ai polsi son già… e quei là vanno dree a cantà!
Entra un ufficiale, mi offre da fumare (5)
“Grazie, ma non fumo, prima di mangiare” (6)
Fa la faccia offesa… mi tocca di accettare
Le manette sono già ai polsi … e quelli là continuano a cantare
E strascino i piedi, e mi sento mal…
sei minuti all’alba! Dio, cume l’è ciàr!
Tocca farsi forza: ci vuole un bel final
Dai, allunga il passo, perché ci vuole dignità
E trascino i piedi, e mi sento male
sei minuti all’alba, Dio com’è chiaro!
Tocca farsi forza: ci vuole un bel finale
Dai, allunga il passo, perché ci vuole dignità (7)
Vott setémber sun scapà, hu finì de faa el suldà
Al paes mi sun turnà: “disertore” m’han ciamà
E su un treno caregà, n’altra volta sun scapà
in montagna sono andato, ma l’altrer
coi ribelli m’han ciapà

Testo e note da: http://www.musicaememoria.com/enzo_jannacci_sei_minuti_all_alba.htm

Il grido

E voi così innocenti colpevoli d’esser nati
in giro per le strade gli sguardi vuoti i gesti un po’ sguaiati
si vede da lontano che siete privi di ideali
con quello spreco di energia dei giovani normali.

E voi che pretendete che tutto vi sia dovuto
con la scusa infantile che nessuno mi ha mai capito
siete così velleitari come artisti improvvisati
con quella finta libertà dei giovani viziati.

È un gran vuoto che vi avvilisce e che vi blocca
come se fosse un grido in cerca di una bocca.
Come se fosse un grido in cerca di una bocca.

E voi che rincorrete, decisi e intraprendenti
l’idea di una carriera tipo imprenditori sempre più rampanti
disponibili a tutto, all’occorrenza anche disonesti
con tutta la meschinità dei giovani arrivisti.

E voi così randagi sempre sull’orlo del suicidio
covate ben racchiusa dentro al vostro petto un’implosione d’odio
l’eroico vittimismo da barboni finti e un po’ frustrati
e col cervello in avaria dei giovani scoppiati.

È una rabbia che vi stravolge e che vi blocca
come se fosse un grido in cerca di una bocca.
Come se fosse un grido in cerca di una bocca.

E voi che brancolate in un delirio tra il male e il bene
col rischio di affondare nella totale degradazione
aggrappatevi al sogno di una razza che potrebbe opporsi
per costruire una realtà di giovani diversi.

C’è nell’aria un’energia che non si sblocca
come se fosse un grido in cerca di una bocca.
Come se fosse un grido in cerca di una bocca.
Come se fosse un grido in cerca di una bocca.

Uomini e luoghi del jazz a Bologna

Faces & places.

Museo | Palazzo Pepoli. Museo della Storia di Bologna

Via Castiglione, 8
40136 Bologna

Realizzata in occasione della settima edizione del Bologna Jazz Festival, per il ciclo “Jazz at the museum”, la mostra rappresenta un’inedita carrellata fotografica arricchita di manifesti originali a ricomporre quel feeling magico che lega il jazz a Bologna.

Bologna si è imposta fin dal dopoguerra come una delle capitali del jazz europeo. È complesso in poche righe definire l’alchimia che ha generato nel territorio felsineo un interesse così spiccato per il linguaggio musicale afroamericano. Il punto di partenza è stato senza dubbio il fertile ambiente culturale universitario, ma la diffusione del jazz a Bologna è imputabile soprattutto al lavoro dei tanti e appassionati promotori che negli anni, con il contributo delle istituzioni e di partner privati, hanno promosso con competenza – e forse anche con la giusta dose di incoscienza – una straordinaria quantità di concerti e rassegne, sempre connotate da una eccezionale qualità artistica. Il concetto di jazz festival ha preso forma proprio tra le mura di Bologna, per poi essere esportato in tutta Italia: l’origine stessa di Umbria Jazz è legata a doppia corda con l’esperienza jazzistica bolognese.
Tanti sono i celebri musicisti statunitensi ed europei che hanno deciso di trascorrere periodi più o meno lunghi sotto le due torri, altrettanti sono i musicisti che partendo da Bologna hanno mosso i primi passi per costruire le loro prestigiose carriere. Tanti i locali, i circoli, i teatri e le sale civiche che hanno respirato e continuano a respirare a tempo di swing. Questa inedita carrellata di volti e di luoghi, arricchiti dai manifesti originali dei numerosi festival organizzati dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, ricompone con efficacia e immediatezza quel feeling magico che lega il jazz alla città.

La mostra è impreziosita dalla proiezione del documentario “My main man. Appunti per un film sul jazz a Bologna” con il quale il regista Germano Maccioni – attraverso l’uso di un ricco materiale di archivio e testimonianze di musicisti e organizzatori – restituisce ai visitatori un’ulteriore occasione di approfondimento.

“Faces & Places” è dedicata a Massimo Mutti.

Quando

Dal 14 Novembre 2012 al 6 Gennaio 2013
dal martedì alla domenica: 10-19

Auguri in musica

Venerdì 21 ore 17 – AUGURI IN MUSICA

DUO MORRIGHAN – Ambra Bianchi – Flauto traverso
Irene De Bartolo – Arpa

Un pomeriggio musicale in compagnia di due bravissime musiciste costituisce certamente il miglior modo per assaporare appieno lo spirito di Natale, augurare a tutti i cittadini ferraresi pace, bontà e serenità e prepararsi al nuovo anno con meravigliose speranze.
Il Duo Morrighan dal 1992 propone al pubblico un repertorio che dalla musica classica si apre a nuove proposte che spaziano dal jazz alla musica leggera. La solida intesa delle due musiciste si percepisce ascoltando l’armonia perfetta creata dai due strumenti. La proposta di questo particolare duo si basa sulla ricerca di brani musicali che mettano in risalto le caratteristiche tecniche ed emozionali delle due componenti che, per formazione ed esperienze, hanno al loro attivo un bagaglio tecnico e di stile molto originale ed articolato. La brillantezza e il potere evocativo del suono del flauto traverso e del flauto basso (strumento non comune in ambito concertistico) uniti alla magia del ricco mondo armonico dell’arpa, accompagneranno il pubblico in un bizzarro viaggio musicale dalla classica alla musica moderna, dalla celtica al contemporaneo d’autore, dal cinema al musical fino alle simpatiche “perline jazz” in un singolare e personale intreccio d i generi e stili. Il nome stesso scelto da duo, si rifà a Morrighan, divinità celtica dotata di numerosi aspetti e caratteri.
A cura di Angela Poli – Sezione Ragazzi della Biblioteca Ariostea

Luciano Chailly

Giovedì 20 ore 17 – INVITO ALLA LETTURA

SEVERE DI LAMENTAZIONI E DI ECHI TENERI E SEGRETI – Omaggio a Luciano Chailly (1920-2002) Aracne, 2012
A cura di Nicola Badolato
Intervengono: Nicola Badolato (Università di Bologna), Floriana Chailly (IlFischio.doc” – Milano) e Michele Govoni (giornalista e critico), Daniele Spini (conservatorio di Ferrara).
Intermezzo musicale: Luciano Chailly, Improvvisazione n. 12 – Giulio Arnofi, chitarra
Luciano Chailly, Lamento di Danae – Anna Scalfaro, pianoforte e Ilaria Mancino, soprano.
Compositore, didatta, consulente in Rai e direttore artistico dei principali teatri italiani, il ferrarese Luciano Chailly (1920-2002) fu musicista di spicco del secondo Novecento: fautore dell’‘arte per l’arte’, si distinse per l’eclettismo e la permeabilità alle principali tendenze dell’avanguardia musicale europea. Questo volume, pubblicato col contributo del Lions Club “Ferrara Host” e col patrocinio di “Freon Musica”, raccoglie i contributi di Nicola Badolato, Floriana Chailly, Francesco Fusaro, Maria Maddalena Novati, Lorenzo Pisanello, Lorenzo Rubboli, Anna Scalfaro, Chiara Tarabotti e Giordano Tunioli, presentati nell’incontro di studi organizzato a Ferrara il 18 maggio 2012 nel decimo anniversario della morte del compositore.
Nicola Badolato, dottore di ricerca in Musicologia e Beni musicali, è assegnista di ricerca nel Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna. È diplomato in pianoforte e clavicembalo. Ha pubblicato vari saggi e contribuisce al Dizionario biografico degli Italiani. Nel 2012 ha pubblicato I drammi musicali di Giovanni Faustini per Francesco Cavalli (Firenze, Olschki). Concorre all’edizione critica delle opere di Francesco Cavalli (Kassel, Bärenreiter, 2012-), di cui ha curato, con Álvaro Torrente, il primo volume (La Calisto).

Teatro e musica a Ferrara

FERRARA IN JAZZ Stagione 2012-2013
Torrione S. Giovanni
Via Rampari di Belfiore 167
Orario:
21.30
Ingresso: a pagamento
Novembre/Dicembre
Informazioni
Tel. 339 7886261
jazzclub@jazzclubferrara.com

lunedì 26: Francesco Diodati Neko Happy Go Lucky Local – Ingresso gratuito
venerdì 30: Pepper Legacy – The music of Art Pepper
sabato 1: Bill Mays Trio
lunedì 3: Korla Trio + Fabrizio Puglisi Happy Go Lucky Local – Ingresso gratuito
http://www.jazzclubferrara.com
cod.
PROSA Stagione 2012-2013
Teatro Comunale
C.so Martiri della Libertà 5
Orario:
21.00; dom. 16.00
Ingresso: a pagamento
Dal 29 novembre al 2 dicembre
Informazioni
Tel. 0532 202675
Un tram che si chiama desiderio di T. Williams
http://www.teatrocomunaleferrara.it
cod. 03
I CONCERTI DEL RIDOTTO
Ridotto del Teatro
Rotonda Foschini
Orario:
17.00
Ingresso: euro 8,00
1 dicembre
Informazioni
Tel. 0532 202675
teatro@comune.fe.it
cod. 05
URGENZA Rassegna di musica emergente
Patchanka
Via Ricostruzione 61, Pontelagoscuro
Orario:
1 dicembre
Informazioni
Famous like you + Newglads
cod. 06

Rewind

REWIND<<
50 anni di FENDER in Italia

a cura di Luca Beatrice

courtesy of Giorgio Ortona

Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna
dal 16 novembre 2012
al 3 febbraio 2013

Inaugurazione giovedì 15 novembre 2012 ore 19.00
Conferenza stampa con preview mercoledì 14 novembre ore 12.00

Fender è uno di quei marchi che fa pensare immediatamente alla musica rock. È uno stile di vita, un segno di riconoscimento, uno strumento dall’inconfondibile design: Fender è infatti la “rock guitar” per eccellenza.
Pur parlando la lingua angloamericana, Fender da cinquant’anni si è affermata anche in Italia. È il 1962 quando M. Casale Bauer comincia la distribuzione di questo leggendario strumento. E non a caso, si parla dello stesso anno in cui il r’n’r “sbarca” nel Bel Paese, simbolo della nuova classe sociale dei giovani, che si rincorrerà di generazione in generazione.

“Siamo orgogliosi di rendere omaggio alla musica italiana –spiegano Patrizia Bauer e Giorgio Masetti Zannini, presidente e amministratore delegato della M.Casale Bauer che distribuisce Fender in esclusiva per l’Italia- e in particolare alla cosiddetta Emilia Plain che ha dato molto e molto darà allo sviluppo culturale del nostro Paese”.

Tre anni fa il Museo della Musica di Bologna ospitò Love Me Fender, mostra-omaggio al mito di questa fantastica chitarra attraverso le opere di diversi artisti contemporanei chiamati a dialogare con la musica rock. Ecco oggi la seconda tappa di un viaggio che, ancora una volta, unisce suoni e visioni, musica e immagini: Rewind. 50 anni di Fender in Italia analizza l’ultimo mezzo secolo di cultura musicale e visiva italiana. Uno sguardo in retrospettiva, come quando si avvolge il nastro delle vecchie audiocassette che fino a non troppo tempo fa costituivano il supporto ideale della musica in viaggio, che si tuffa nel presente e ipotizza scenari futuri. Un panorama peraltro straordinariamente ricco e complesso, dove gli stili si sono rincorsi intrecciandosi tra loro, dal rock al pop, dal melodico all’”alternative”, dalla dance all’hip hop.

Rewind. 50 anni di Fender in Italia è una mostra che mette ancora una volta a confronto il mondo dell’arte con quello della musica e si snoda in almeno tre livelli di lettura.
Il punto di partenza consiste nelle Fender customizzate e reinterpretate da ventidue artisti italiani e internazionali chiamati a dare una loro lettura del mito. Gli stili e i linguaggi adoperati sono molto diversi, dalla pittura figurativa all’arte concettuale, dall’oggetto all’installazione, dalla street painting alla sound art.
In mostra gli italiani Dario Arcidiacono, Alessandro Baronciani, Emanuele Becheri, Carlo Benvenuto, Davide Bertocchi, Valerio Berruti, Cuoghi Corsello, Marica Fasoli, Matteo Fato, FranKoB, Anna Galtarossa, Enrico Ghinato, Ugo Nespolo, KayOne, Giorgio Ortona, The Bounty Killart, Giuseppe Veneziano. Spicca la presenza di artisti internazionali quali Anthony Ausgang, nato a Trinidad e Tobago ma californiano d’adozione, l’inglese Chris Gilmour, l’argentino Daniel Gonzalez, Hubertus Von Hohenlohe, che vive e lavora a Vienna, il tedesco Hermann Pitz.Nelle sale storiche del Museo della Musica queste inedite Fender d’autore dialogano, in un allestimento ricco di spunti e memoria, con gli elementi visivi e scenografici di una microstoria della musica italiana, che parte dall’inizio degli anni ’60 e arriva a oggi, senza seguire un ordine cronologico ma stilistico, a conferma del fatto che i fenomeni tendono a rincorrersi e riproporsi cambiando di segno.

Avremo così il Rock degli inizi di Adriano Celentano e dei seguaci di Elvis (Bobby Solo, Little Tony) e quello contemporaneo, di Vasco e Ligabue, dei Litfiba e degli Afterhours, ma anche il rock che si incontra con il pop nelle canzoni degli Stadio o di Cesare Cremonini; le “voci” dei grandi interpreti italiani, da Gianni Morandi a Tiziano Ferro, da Mina a Laura Pausini; la lunga tradizione del pop melodico che parte da Claudio Baglioni e giunge fino a Biagio Antonacci; una serie di fenomeni alternativi, il Beat (dal Piper alla contestazione del ’68), la psichedelia e il pop sinfonico (gli Area e i Pooh) l’indie rock, sia quelli duri e puri, sia quelli che incrociano il mainstream e il pop commerciale; largo spazio viene dato alla canzone d’autore, dalla prima scuola di Genova (Paoli, Tenco, Lauzi, Bindi) a quella di Milano (con Gaber), da Roma alla “via Emilia” di Guccini, Dalla, Carboni, Ron fino ai giovani Dente e Vasco Brondi; senza dimenticare le culture giovanili, capaci di trasformarsi in fenomeni di moda e di massa, come la dance, l’electropop, il rap e l’hip-hop.

La storia degli ultimi cinquanta anni è infine ripercorsa attraverso la fotografia, con una serie di scatti di Guido Harari, Efrem Raimondi, Caterina Farassino e Paolo Proserpio, a disegnare una sorta di italica time line che parte appunto dal 1962, debutto di Fender in Italia.

“Questa mostra propone delle suggestioni legate agli ultimi cinquantanni di storia italiana, non una loro ricostruzione. Grazie a Fender le chitarre diventano fulcro di un percorso più ampio all’interno del quale si incrociano, a tempo di rock, miti, stili di viti, ideali” spiega Luca Beatrice, curatore della mostra.

Sede
Museo Internazionale e Biblioteca della Musica
Palazzo Sanguinetti – Strada Maggiore, 34
40125 Bologna

Orari
mart/ven
h 09.30-16.00
sab/dom e festivi
h 10.00-18.30
chiuso lunedì

Mogol si racconta

Venerdì 26 ottobre 2012

Teatro delle Celebrazioni Via Saragozza, 234 – Bologna
Nell’ambito del festival della storia, la musica fa storia MOGOL racconta MOGOL
Ore 21.00 Recital.

Una serata in cui l’Autore MOGOL tra racconti, memorie e musica ripercorre il suo contributo alla musica leggera italiana.
con la partecipazione di: Andrea Mingardi accompagnato al pianoforte
dal Maestro Maurizio Tirelli, Andrea Poltronieri Sassofonista degli Stadio,
l’attore Giorgio Borghetti recita degli aforismi tratti dal nuovo volume di
Mogol “LE CILIEGIE E LE AMARENE, Aforismi, pensieri e parole”

Minerva edizioni.
Conduce Leo Turrini giornalista II Resto del Carlino.
Nel corso della serata, le Autorità accademiche presenti conferiranno all’Autore Mogol il Sigillum dell’Università di Bologna.

Una serata tra racconti, memorie e musica fortemente voluta da Mogol ad offerta libera, il cui ricavato sarà interamente devoluto al progetto di ricostruzione post -terremoto per il centro sociale anziani “Galuppi-Ramponi” di Pieve di Cento.

Sound Objects

SOUND OBJECTS/14-23 settembre 2012
Una mostra di oggetti sonori e strumenti insoliti
e tre giorni di eventi alla Galleria civica di Modena per il festivalfilosofia
a cura di Claudio Chianura
——————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————–

Con il titolo “Sound Objects” la Galleria civica di Modena – assieme alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – organizza una tre giorni di iniziative curate da Claudio Chianura in collaborazione con il Consorzio per il festivalfilosofia, in programma a Modena dal 14 al 16 settembre 2012.
Poiché il tema del festivalfilosofia 2012 è “Cose”, si è scelto di allestire negli spazi espositivi di Palazzo Santa Margherita una mostra di o
ggetti sonori, strumenti insoliti o addirittura ‘impropri’, che sempre più spazio hanno trovato nella ricerca artistica e musicale degli ultimi decenni.
In corso Canalgrande 103 dal 14 al 23 settembre prossimi sarà possibile ammirare (e in taluni casi provare) sia strumenti di raffinatissima tecnologia, come il violoncello senza cassa armonica o il Tenori-on (che con i suoi 256 tasti-led connette le possibilità creative della musica elettronica alle performance visuali), sia strumenti assolutamente artigianali, come alcuni prototipi di carillon a tema. In sala anche diverse proiezioni video a ciclo continuo che documentano originali performance con strumenti non convenzionali sul tema della rassegna, con contributi, fra gli altri, di Steve Piccolo, Les Trotteuses, ZEV, Videotrope, Laurie Anderson, Yann Keller.

Durante le tre serate del festivalfilosofia, all’interno del chiostro si avvicenderanno conversazioni, perfomances e lezioni magistrali.
Si parte venerdì 14 settembre alle 21.30 con una lectio magistralis di Steve Piccolo “Musica concreta, ascolto concreto” accompagnata da dimostrazioni musicali.
Musicista, compositore, artista, curatore e docente, sulle scene internazionali a partire dalla metà degli anni ’70, nel corso della sua carriera si è occupato di musica, teatro, performance, installazioni sonore, video e colonne sonore di film.
Sabato 15 settembre, sempre alle 21.30, Marino Sinibaldi, direttore di Radio 3 parlerà della radio come oggetto sonoro nel corso di un incontro dal titolo
“Radio. La scatola sonora”.
Domenica 16 settembre alle 21.30 Claudio Chianura riflette con Mario Conte e Luca Reale (Zoff82 Independent Label) sul tema “iTapes: strumenti analogici nell’era digitale”.
Le tre serate saranno concluse a partire dalle 23.00 dalla rassegna video “Sound Objects: elettronici, maipolati, autocostruiti”.

La cura dell’iniziativa è di Claudio Chianura. Esperto di musica elettronica, attivo nel campo dell’editoria e della produzione discografica, ha pubblicato finora cinque album su etichette Auditorium, Materiali Sonori e Medium. Ha prodotto diversi dischi di musica sperimentale e curato la pubblicazione di testi su John Cage, Laurie Anderson, Tom Waits, Robert Wyatt, Demetrio Stratos e molti altri. Dopo aver collaborato con il mensile “Strumenti Musicali”, nel 2005 ha fondato la rivista “InSound”.

Nella foto: uno degli oggetti sonori in mostra, Carillon Cage, (Chiara De Maria, 2008)


Il programma delle giornate
Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
Sound Objects

Sala Grande
Sound Objects. Mostra di oggetti sonori in collaborazione con Casale Bauer, MidiMusic, Midiware, Mogar Music, Roland Italy, Yamaha
Selezione di video: performance, elettronica, strumenti autocostruiti, sound objects

orari di apertura della mostra nei giorni del festivalfilosofia: venerdì 14 settembre ore 9.00-1.00, sabato 15 settembre 9.00-2.00, domenica 16 settembre 9.00-24.00
dal 19 al 23 settembre
mer-ven 10.30-13.00; 15.00-18.00. Sabato, domenica 10.30-19.00.

Chiostro

venerdì 14 settembre
ore 21.30
Steve Piccolo
“Musica concreta, ascolto concreto”
ore 23.00 rassegna video “Sound Objects: elettronici, manipolati, autocostruiti”

Sabato 15 settembre
ore 21.30
Marino Sinibaldi
“Radio. La scatola sonora”
ore 23.00 rassegna video “Sound Objects: elettronici, manipolati, autocostruiti”

Domenica 16 settembre
ore 21.30
Claudio Chianura presenta Mario Conte e Luca Reale (Zoff82 Independent Label)
“iTapes: gli strumenti analogici nell’era digitale”
ore 23.00 rassegna video “Sound Objects: elettronici, manipolati, autocostruiti”

Biografie

Steve Piccolo
Steve Piccolo (USA, vive e lavora a Milano, Italia). Musicista,  compositore, artista, curatore e docente, dopo  aver studiato al Bard College e New York University, ha iniziato la sua carriera nel 1970 come bassista esibendosi a New York in spazi dedicati all’arte. Protagonista della scena musicale e teatrale, autore di performance, installazioni sonore, video e colonne sonore di film, ha esposto in numerosissimi musei e gallerie, tra cui Kitchen, Franklin Furnace, Environ, Squat Theater, PASS, La Mama, Issue Project Room, The Stone (tutti a New York, dal 1979 al 2010), Documenta 8 Kassel (1987), MAMCO di Ginevra (2003), Palazzo delle Papesse di Siena (2003, 2005, 2007), FRAC Bretagne (2004), Triennale di Milano (2004-05-07-09), Berlin Jazz Festival (1981 e 2005), Technical Breakdown Copenhagen (2005-06), Biennale di Venezia (con WPS1, 2005), Venezia Musica Biennale (2006), ArtBasel Miami (2006), Performa di New York (2007), Istanbul Biennial (2007), Body Process Arts Festival di Istanbul (2007), Metropolitan Museum di New York (2009), Tirana Art Center (2011). Molti di questi progetti sono stati realizzati in collaborazione con il musicista e sound artist giapponese Gak Sato.
È stato curatore del suono di ArtVerona nel 2008 e per la mostra “Club 21” durante Frieze 2010 a Londra, Le sue collaborazioni su video arte / performance / installazione di colonne sonore comprendono lavori con Adrian Paci, Luca Pancrazzi (compreso sound art di gruppo DE-ABC con Gak Sato), Gabriele Di Matteo, Marc Vincent Kalinka, Marzia Migliora e molti altri. Ha pubblicato molti dischi, tiene corsi di sound art presso l’Accademia Carrara di Bergamo (dal 2002) e la NABA di Milano (dal 2005), scrive una rubrica mensile per la rivista InSound e cura le pagine di sound art sul sito web Undo.Net.


Marino Sinibaldi

Direttore di Radio 3 dal 2009, giornalista, autore e conduttore di programmi radiofonici e televisivi ha condotto, in RAI, le trasmissioni “Antologia”, “Fine secolo”, “Note azzurre”, “Lampi”, “Senza rete”, “Supergiovani”, “Tema”, e ha collaborato a “La storia siamo noi”.
È stato ideatore e conduttore della trasmissione Fahrenheit su Rai Radio 3.
Insieme a Gad Lerner e a Luigi Manconi ha pubblicato alcuni saggi sul movimento degli studenti e la contestazione degli anni Sessanta e Settanta. Ha collaborato con la rivista “Ombre Rosse” e successivamente ha co-fondato la rivista “Linea d’ombra” e pubblicato “Pulp. La Letteratura nell’era della simultaneità” (Donzelli, 1997).
Ha collaborato con Natalia Ginzburg nella stesura di: “È difficile parlare di sé. Conversazione a più voci condotta da Marino Sinibaldi” (Einaudi, 1999).

Mario Conte, napoletano, classe 1970, è musicista, produttore, e sound-designer. Inizia la sua carriera nel 1988 come membro della indie band napoletana Panoramics, collabora quindi con diversi artisti ed etichette italiane e straniere nel campo del pop e della musica elettronica/alternative. Il 2000 segna l’incontro con Peppe Barra: il loro sodalizio, che durerà cinque anni, produce due dischi ed una sterminata serie di concerti e collaborazioni. La sua attitudine alla sperimentazione e all’innovazione lo porta nel 2008 a creare “Hello Dj?” una performance interattiva realizzata unicamente con cellulari, dove il pubblico può intervenire modificando l’esecuzione. Da qui nascono il collettivo “Phone Jobs” (2009), che si interessa di arte multimediale e nuove tecnologie applicate alla musica e al video, e anche uno spettacolo realizzato esclusivamente con iPhones. E’ co-fondatore dell’etichetta indipendente Zoff82 con sede a Berlino.

Luca Reale si occupa di fotografia e di progetti audiovisivi. Si dedica alla realizzazione di film indipendenti di media lunghezza. Collabora con il regista Dino Viani in un continuo “quattro mani” in ripresa e montaggio. Tra i suoi ultimi lavori: “The Secret”, “La Madonna del Monte” (esposto durante i 100 giorni per J. Beuys alla 52 ^ Biennale di Venezia), “Un giorno delle Nazioni Unite” e “Altro Ancora”.