Mostra fotografico-documentaria
Messaggio o Massaggio?
Giochi d’immagine in Marshall McLuhan
A cura di Paolo Granata e Elena Lamberti
20-23 aprile 2011, Bologna, Piazza del Nettuno
Nell’ambito del Future Film Festival 2011
La mostra inedita Messaggio o Massaggio? Giochi d’immagine in Marshall McLuhan, a cura di Paolo Granata e Elena Lamberti, propone un mosaico di immagini tratte dai libri meno conosciuti di Marshall McLuhan, pubblicati tra il 1967 e il 1969 quando il teorico canadese era all’apice della fama, osannato quale “alto prelato della cultura pop” e “metafisico dei media”. Sono libri costruiti sull’idea di un punto di vista mobile, proposto in un collage narrativo che giustappone, accanto a riflessioni provocatorie e paradossali su vecchi e nuovi media, icone del contemporaneo e le riconfigura in una sorta di scrittura visiva suggestiva e potente. Un punto di vista mobile sperimentato fin dal primo volume pubblicato nel 1954 da un giovane Marshall McLuhan, allora professore di letteratura inglese all’Università di Toronto: La sposa meccanica. Il folclore dell’uomo industriale «usa immagina visive tipiche del nostro ambiente e le disloca attribuendo ad esse un significato dopo averle esaminate attentamente».
Sulla scia di queste riflessioni, la mostra propone un percorso fotografico che è ad un tempo omaggio alla ricerca mcluhaniana e gioco iconografico, testimonianza di un modus operandi e sfida ludica. L’idea è quella di utilizzare i simboli visivi altrove “impiegati nel tentativo di paralizzare la mente” come mezzi per darle, invece, energia. In volumi quali Il medium è il “massaggio” (1967), War and Peace in the Global Village (1968), Counterblast (1969), così come nel gioco di carte progettato da McLuhan, il Dew-Line Deck, le immagini usate per massaggiare la mente sono dunque decontestualizzate e sovrapposte, proprio per rompere il meccanismo ipnotico, suggerendo nuovi spunti per comprendere la società. D’altronde, in una delle sue provocazioni McLuhan ci aveva avvertito: «Il futuro del libro è nella fascetta pubblicitaria!», intendendo con ciò una riflessione in aperta polemica nei confronti dei paradigmi stessi della scrittura, che suona d’altronde come un invito a cogliere le potenzialità delle forme espressive post-tipografiche.
Seguendo questa idea, la mostra propone una selezione di immagini tratte da questi volumi con l’intenzione di trasformale in sonde iconiche per esplorare ed esplorarci. Il colpo d’occhio, la visione d’insieme, così come i singoli frammenti diventano indizi di un’idea fondante del pensiero di McLuhan: applicare il metodo dell’analisi artistica alla valutazione critica della società. È la tecnica che porta ognuno di noi ad essere artista ovvero “individuo dalla consapevolezza integrale”: al centro delle immagini stanno, infatti, i fruitori, laddove l’osservazione diventa una pratica d’azione fortemente inclusiva, nella quale tutti sono coinvolti. Spetta al fruitore, dunque, giocare con le immagini, e cogliere nel massaggio (percettivo) il proprio messaggio (cognitivo).
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