Immigrazione

di Enrico Galoppinoi Lo scandalo del “magna magna” è finalmente scoppiato. Ong nient’affatto “indipendenti” che fungono da “taxi”; “filantropi” che si precipitano a Palazzo Chigi; mafie e ‘ndranghete che d’improvviso si scoprono “accoglienti”; preti che cascano dal pero e non s’accorgono (?) in che giro sono finiti. Ormai si sa di tutto e di più, senza doversi informare per forza da Radio Padania. Perché finalmente c’è un giudice della Repubblica, anzi più d’uno, che vuole vederci chiaro. Così, gli uni (i contrari all’immigrazione) gongolano e gli altri (i favorevoli) tremano. Ma come al solito la polarizzazione che ci viene propinata è falsata in partenza. Hanno già deciso anche stavolta come dobbiamo schierarci, come quando hanno scelto di propinarci il tormentone della “casta” e dei “costi della politica”. Il problema essenziale non era infatti quello degli sprechi e delle ruberie, ma un altro: che la democrazia parlamentare non può che funzionare in questo modo (una selezione dei peggiori “dal basso” estorta con tecniche di manipolazione), cosicché il risultato è stato semmai quello di un’ulteriore svalutazione della categoria del “politico”, vista come un qualche cosa d’indegno e di sudicio, che tanto vale riformare coi “governi tecnici” o un’ulteriore fuga in avanti dell’ideale democratico, e cioè “l’uno vale uno” dei grillini…

La verità è che qualcheduno ha pianificato per l’Europa un futuro da Stati Uniti d’Europa. Che devono adeguarsi in tutto e per tutti a quelli d’America. Il capitalismo selvaggio made in Usa che qui hanno deciso d’imporre, per funzionare al massimo dell’efficienza (cioè della spietatezza e della disumanità) deve agire su una massa di manovra il meno possibile coesa. Per questo, e non per altro, ci vengono cantate le lodi della “società multirazziale” e del meticciato. Il resto è puro orpello: da chi si arrocca su un “razzismo” grottesco (ed anch’esso di stampo anglo-sassone) in stile Ku Klux Klan a quelli per i quali il massimo della vita è la scomparsa di ogni “forma” (gli pseudo-alternativi che combattono un fantomatico “fascismo” e pretendono le stesse cose del sistema, ma in maniera più spedita). L’Europa occidentale, poi, è la parte del mondo più densamente popolata, quindi non si capisce quale esigenza vi sia nel promuovere un’immigrazione di massa dal resto del mondo se non quella di farla scomparire puramente e semplicemente. E se proprio il problema fosse quello degli europei che non fanno più figli, la soluzione non è certo quella di una sostituzione di popolazioni a questi livelli. Perché non s’imprime una decisa svolta culturale tra le popolazioni europee ed in specie tra i giovani? Perché si alimenta ad ogni piè sospinto un modello edonistico e individualistico che non induce a fare figli? Perché non si aiutano programmaticamente (non una volta tanto con un bonus elettorale) le famiglie italiane ed europee? Perché non esistono politici che amano la loro gente? Perché alcuni di essi sembrano addirittura morsi dalla tarantola dell’odio di sé?

estratto da http://www.ildiscrimine.com/immigrazione-ciurlano-nel-manico-per-non-andare-al-nocciolo-del-problema/

Mutilazioni genitali femminili: nuova stima per l’Italia

Le mutilazioni genitali femminili sono un insieme di pratiche effettuate per ragioni non mediche che modificano e danneggiano in maniera irreversibile i genitali femminili. Sono considerate violazioni dei diritti umani perché interferiscono con le naturali funzioni del corpo femminile.

Secondo le più recenti stime UNICEF (2016), che si basano sulle informazioni raccolte nelle principali indagini campionarie (Demographic and Health Surveys, DHS, e Multiple Indicators Cluster Survey, MICS), almeno 200 milioni di donne e bambine nei 30 paesi a tradizione escissoria sono state sottoposte a tali pratiche. Il dato è sottostimato poiché la pratica è diffusa in molti paesi per i quali non si dispone di stime, e un gran numero di donne mutilate vive ora in paesi dove tale pratica è sconosciuta. Stime recenti, ad esempio, ipotizzano la presenza in Europa di 550 mila immigrate di prima generazione mutilate (Van Baelen et al., 2016) e 507.000 negli Stati Uniti (Mather, Feldman-Jacobs, 2015).

… e a casa nostra?

L’Italia è uno dei paesi che ospita il maggior numero di donne escisse, in conseguenza di un consistente flusso migratorio femminile proveniente da paesi ad alta prevalenza di Mutilazioni Genitali Femminili come l’Egitto, la Nigeria, l’Etiopia e il Senegal. L’Italia è anche l’unico paese in Europa per il quale sono disponibili stime dirette del fenomeno ottenute grazie a un’indagine campionaria effettuata nell’ambito del progetto Daphne MGF-Prev coordinato dall’Università di Milano-Bicocca.

L’indagine consente di stimare in un intervallo compreso tra 60mila e 81mila la cifra delle donne attualmente presenti nel nostro paese che sono state sottoposte durante l’infanzia a mutilazione. Il gruppo maggiormente colpito è quello nigeriano che, insieme a quello egiziano, costituisce oltre la metà del collettivo delle donne con mutilazioni genitali. La presenza di un così elevato numero di ultraquindicenni mutilate – di cui una cospicua parte nell’ambito di flussi di tipo umanitario – segnala la necessità di implementare sia azioni di assistenza che di prevenzione. Queste cifre non comprendono infatti le bambine a rischio di essere sottoposte a mutilazioni genitali. Anche se sappiamo che in emigrazione tale rischio si riduce (Farina e Ortensi, 2014), è indubbio che un’azione di prevenzione a tutela delle bambine sia necessaria e urgente. L’indagine rivela infatti che un quarto delle donne immigrate ritiene che la pratica dovrebbe continuare.

Bibliografia e sitografia

Farina P. and Ortensi L.E. (2014). The mother to daughter transmission of Female Genital Cutting in emigration as evidenced by Italian survey data. Genus. 70 (2): 111-137. (doi: 10.4402/genus-570)

Mather M., Feldman-Jacobs C. (2015). Women and Girls at Risk of Female Genital Mutilation/Cutting in the United States. PRB website.

UNFPA (2015). Demographic Perspectives on Female Genital Mutilation. New York: UNFPA.

UNICEF (2013). Female genital mutilation/cutting: a statistical overview and exploration of the dynamics of change, New York: UNICEF.

UNICEF (2016). Female Genital Mutilation/Cutting: A global concern. New York: UNICEF

Van Baelen L., Ortensi L.E., Leye E. (2016). Estimates of first-generation women and girls with female genital mutilation in the European Union, Norway and Switzerland. The European Journal of Contraception & Reproductive Health Care, 21 (6): 474-482.

Yoder, P. Stanley, and Shanxiao Wang. (2013). Female Genital Cutting: The Interpretation of Recent DHS Data. DHS Comparative Reports No. 33. Calverton, Maryland, USA: ICF International.

http://www.neodemos.info/pillole/mutilazioni-genitali-femminili-nuova-stima-litalia/

Rallentano gli arrivi di stranieri per lavoro e crescono le partenze di italiani

Netti sono gli effetti della congiuntura economica negativa sui processi migratori e, più in generale, di mobilità. Il numero di iscrizioni anagrafiche dall’estero è sceso dalle 558mila unità del 2007 alle 307mila del 2013, mentre gli ingressi regolari di cittadini non comunitari (nuovi permessi di soggiorno), pur restando intorno alle 250mila unità all’anno, sono sempre meno legati ai motivi di lavoro e sempre più a quelli familiari (ricongiungimenti), all’asilo politico e a altre motivazioni. Questi cambiamenti nell’intensità e nelle modalità di ingresso degli immigrati stranieri fanno sì che la popolazione di cittadinanza non italiana residente nel paese sia cresciuta durante la crisi meno velocemente che negli anni precedenti, attestandosi al disotto dei 5 milioni di persone alla fine del 2013. Contemporaneamente alla riduzione dei flussi in entrata di cittadini stranieri si osserva dopo il 2008 un aumento consistente dell’emigrazione di italiani verso paesi europei che garantiscano prospettive economiche e lavorative migliori; si è accresciuta soprattutto la propensione ad emigrare all’estero dei più istruiti e dei residenti nelle regioni settentrionali. I dati relativi alla mobilità interna indicano anche la persistenza degli spostamenti lungo la direttrice Sud-Nord del paese.

http://www.neodemos.info/la-demografia-italiana-ai-tempi-della-crisi-e-sotto-la-lente-dellaisp/