Scomparsa del Prossimo

Dopo l’intervento di Paolo Becchi su Il Duplice volto della dignità umana, la città di Orzinuovi (Bs),  si prepara ad accogliere, venerdì 22 giugno, alle 21.15, in Piazza Vittorio Emanuele II (in caso di pioggia presso l’attigua Chiesa Parrocchiale S. Maria Assunta) Luigi Zoja, psicanalista di fama mondiale, che terrà una lectio magistralis dal titolo: Scomparsa del prossimo.
«Un doppio appuntamento – ha dichiarato il direttore scientifico, Francesca Nodari – che, se per un verso affronta da punti di vista diversi – bioetico e psicanalitico – il tema della dignità umana; dall’altro è attraversato da un minimo comun denominatore: il rischio, tutt’altro che distante, del «post-umano».
Se, infatti, l’analisi del concetto proposta da Becchi era  incentrata sull’intendimento di mostrarne l’ambiguità per il fatto stesso di essere teso tra l’affermazione dell’indisponibilità del soggetto e la sua autonomia – autonomia che portata ai suoi estremi e dimentica dei suoi limiti renderebbe profetica la diagnosi di Günther Anders di un passaggio dall’homo faber all’homo creator –; la trattazione di Luigi Zoja de La morte del prossimo, per citare il titolo di un fortunato volume dell’autore, insisterà sull’inflazione della distanza determinata dalla velocizzazione della comunicazione, dell’economia e della società dei consumi. Un meccanismo che paradossalmente produce, come in un circolo vizioso, l’indifferenza per il vicino e la scomparsa dei valori tradizionali. L’alienazione, l’isolamento, il diffondersi di una psicopatia del successo sono i segni “della scomparsa della seconda relazione fondamentale dell’uomo. L’uomo cade in una fondamentale solitudine. È un orfano senza precedenti nella storia. Lo è in senso verticale – è morto il suo Genitore Celeste – ma anche in senso orizzontale: è morto chi gli stava vicino”. Si rifiutano gli occhi degli altri, li si riduce a comparse, e “la morale dell’amore non è più possibile per mancanza d’oggetto”».

CHI È LUGI ZOJA
Nato nel 1943 e laureatoin Economia, Luigi Zoja cominciò i suoi studi in ambito sociologico a partire dalla fine degli anni sessanta. Di lì a poco, frequentò l’Istituto Carl Gustav Jung di Zurigo, presso cui conseguì il diploma di psicologo analista. Luigi Zoja ha lavorato in clinica a Zurigo, poi privatamente a Milano, a New York e ora nuovamente a Milano come psicoanalista. Dal 1984 al 1993 è stato Presidente del CIPA, Centro Italiano di Psicologia Analitica. Dal 1998 al 2001, ha presieduto la International Associationfor Analytical Psychology (IAAP),l’Associazione che raggruppa gli analisti junghiani nel mondo.
Già docente presso il C.G. Jung Institut di Zurigo e presso l’Università dell’Insubria, Zoja ha tenuto corsi e conferenze presso università e altre istituzioni in Italia, Svizzera, Germania, Austria, Gran Bretagna, Danimarca, Olanda, Francia, Grecia, Rep. Ceca, Russia, Polonia, Bulgaria, Lituania, Slovenia, Israele, Giappone, Cina, Stati Uniti, Messico, Argentina, Cile, Uruguay, Brasile, Equador, Venezuela, Tunisia, Sudafrica.
Larga parte dei suoi lavori, tradotti in 14 lingue, interpretano vari comportamenti problematici del giorno d’oggi (dipendenze, consumismo sfrenato, assenza di una figura paterna, la proiezione in politica di odio e paranoia, la morte del prossimo per «mancanza d’oggetto») alla luce di miti, testi letterari e tematiche archetipiche.
Due suoi testi hanno vinto il Gradiva Award negli Stati Uniti.
Tra le opere in italiano ricordiamo: Nascere non basta. Iniziazione e tossicodipendenza, Cortina, Milano 1985 e 2003; Coltivare l’anima, Moretti&Vitali, Bergamo 1999; Il gesto di Ettore. Preistoria, storia, attualità e scomparsa del padre, Bollati Boringhieri, Torino 2000; (a cura di) L’incubo globale. Prospettive junghiane sull’11 settembre, Moretti&Vitali, Bergamo 2002; Storia dell’arroganza. Psicologia e limiti dello sviluppo, Moretti&Vitali, Bergamo 2003; Giustizia e Bellezza, Bollati Boringhieri, Torino 2007; La morte del prossimo, Einaudi, Torino 2009; Contro Ismene. Considerazioni sulla violenza, Bollati Boringhieri, Torino 2009;Centauri. Mito e violenza maschile, Laterza, Roma – Bari 2010; Al di là delle intenzioni: etica e analisi, Bollati Boringhieri, 2011; Paranoia. La follia che fa la storia, Bollati Boringhieri 2011.

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francesca nodari – direttore scientifico
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segreteria@filosofilungologlio.it
Francesca Nodari 338/6984088

Filosofi lungo l'Oglio

Si alza il sipario sulla settima edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio. L’attesa kermesse, incentrata quest’anno sulla dignità e posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, si pregia altresì dei Patrocini del Ministero per i Beni e le Attività culturali, della Prefettura di Brescia, della Consigliera Nazionale di Parità della Provincia di Brescia, dell’Assessorato all’Istruzione, Formazione e Cultura della Regione Lombardia, delle Province di Brescia e Cremona, dei Parchi Oglio Nord e Sud nonché dei numerosi enti ospitanti. Passando da dodici a quindici incontri, il Festival – in partnership con la Fondazione Movimento Bambino e sotto la direzione scientifica di Francesca  Nodari – si snoderà in entusiasmante itinerario filo-rivierasco tra piazze, chiese,  dimore signorili, cascine, pievi avvalendosi della partecipazione dei maggiori pensatori contemporanei.
Ad aprire ufficialmente la serata inaugurale del Festival – in calendario mercoledì 6 giugno, a partire dalle ore 21.15, presso Villa Toninelli, in via IV novembre a Brandico (Bs); in caso di pioggia presso la Chiesa Parrocchiale S. Maria Maddalena sita nella medesima via – sarà Andrea Tagliapietra, con una lectio magistralis dal titolo accattivante: Natura della dignità e dignità della natura.

CHI È ANDREA TAGLIAPIETRA
Allievo di Emanuele Severino, è ordinario di Storia della filosofia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove insegna dove insegna Storia della filosofia moderna e contemporanea, Ermeneutica filosofica e Storia delle idee. Andrea Tagliapietra è socio, sin dalla fondazione (2002), della Società Italiana di Storia della Filosofia (SISF), della Società Filosofica Italiana (SFI), membro della Consulta filosofica nazionale e membro del comitato scientifico delle riviste «Post-filosofie», «Rivista di pratica filosofica e di scienze umane» e di JEP – European Journal of Psychoanalysis. Humanities, Philosophy, Psychoterapies. È direttore, con Sebastiano Ghisu, della rivista internazionale di filosofia, «Giornale critico di storia delle idee».
Le ricerche di Andrea Tagliapietra  toccano i seguenti filoni tematici: la nascita della filosofia (vocazione filosofica, sua origine storica, sua origine esistenziale); la filosofia come prassi e stile di vita; mito e pensiero; teatro e filosofia; le forme del linguaggio simbolico; la metafora in filosofia; il rapporto pensiero/immagine; la tradizione apocalittica ebraico-cristiana e la filoso­fia; la mistica e l’apofatismo; la filosofia della speranza; il sacro; i presocratici; Platone e la retorica antica; Gioacchino da Fiore e le moderne filosofie della storia; la filosofia dell’Illuminismo; la verità e la menzogna nel pensiero del XVIII secolo; Kant; Nietzsche; Heidegger; la filosofia dei mezzi di comunica­zione di massa (teatro, cinema, televi­sione); l’antropologia e la filosofia della bugia; la storia della sincerità; filosofia e narrazione; il significato dello stile in filosofia.
Ha curato, per Feltrinelli e Bruno Mondadori edizioni importanti: L’Apocalisse, raccolte di scritti sull’Illuminismo e sul tema della “Catastrofe”; opere di Platone, Gioacchino da Fiore, Kant, Benjamin Constant.Con La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità ha vinto, nel 2004, il Premio Viareggio per la saggistica. Collabora con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e con l’Istituto Italiano di Studi sul Rinascimento.
Tra le sue opere ricordiamo: La metafora dello specchio. Lineamenti per una storia simbolica, Feltrinelli, Milano 1991 (2ª ed. Torino, Bollati Boringhieri, 2008); Il velo di Alcesti. La filosofia e il teatro della morte, Feltrinelli, Milano 1997; Filosofia della bugia. Figure della menzogna nella storia del pensiero occidentale, Bruno Mondadori, Milano 2001; La virtù crudele. Filosofia e storia della sincerità, Einaudi, Torino 2003; La forza del pudore: per una filosofia dell’inconfessabile, Milano, Rizzoli, 2006;Il dono del filosofo: sul gesto originario della filosofia, Torino, Einaudi, 2009; Icone della fine. Immagini apocalittiche, filmografie, miti, il Mulino, Bologna 2010; I Comandamenti. Non desiderare la donna e la roba d’altri (con G. Ravasi), Il Mulino, Bologna 2010; Sincerità, Raffaello Cortina, Milano 2012.

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Foucault cinquant'anni dopo

» Giovedì 22 marzo ore 17 STORIA DELLA FILOSOFIA
Marco Bertozzi, Leonardo Daddabbo – LA STORIA DELLA FOLLIA DI FOUCAULT CINQUANT’ANNI DOPO
STORIA DELLA FILOSOFIA«Alla fine del Medioevo la lebbra sparisce dal mondo occidentale. Ai margini della comunità, alle porte delle città, si aprono come dei grandi territori che non sono più perseguitati dal male […] Per secoli e secoli queste distese apparterranno all’inumano. Dal XIV al XVII secolo aspetteranno e solleciteranno, attraverso strani incantesimi, una nuova incarnazione del male, un’altra smorfia della paura».
Con questa prosa barocca Foucault inizia, nel 1961, la ‘Storia della follia nell’età classica’, una di quelle rare opere che aprono alla filosofia territori mai percorsi in precedenza. Foucault propone in sostanza un’inversione dello sguardo: guardare alla ragione dal punto prospettico della follia. Questo rovesciamento permette di vedere non solo la storia della follia, ma soprattutto un’altra storia della ragione, dove non c’è alcun posto per un’evoluzione lenta, continua e rassicurante del pensiero. Foucault mostra invece come la ragione si muova per brusche cesure, tagli, colpi di forza, e i luoghi della sua affermazione non siano la coscienza e il sapere, ma il potere delle strutture di internamento e di esclusione. Questo è il territorio aperto dalla ‘Storia della follia’, ma percorrerlo non è affatto semplice, perché bisogna anche inventare un metodo nuovo, che permetta di scrivere un’opera di ragione, come un libro è destinato ad essere, senza ripetere i colpi di forz a della ragione. La forza di questi problemi si conserva ancora intatta dopo cinquant’anni.

A cura dell’Istituto Gramsci di Ferrara
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Sempre a proposito di filosofia, nel sito del festival, sono riproposte 6 lezioni magistrali delle scorse edizioni che cambiano ogni 15 giorni; un’ottima occasione per chi non le ha potute ascoltare dal vivo.

Tutti vogliono essere felici

A causa del maltempo, l’avvio del corso a cura di Libera Università è rimandato al 15 febbraio

Cosa
  • Associazionismo
  • Formazione
  • Conferenze e convegni
Quando 08/02/2012
da 12:00 am al 12:00 am
Dove Biblioteca Comunale, Pieve di Cento
Aggiungi l’evento al calendario vCal
iCal

Libera Università

Tutti gli esseri vogliono essere felici ma se io non so come fare mi ammalo.

Posso sostituire pensieri e credenze che mi danneggiano così ritrovo l’armonia dei piani di esistenza, nel corpo e nell’anima. Sto meglio io e chi mi sta vicino.

Docente: dott.ssa Fiorella Chiarini

Date:  1, 8, 15, 22  Febbraio 2012

Orario : 15.30 – 17.00

Sede del Corso: Biblioteca Comunale, Pieve di Cento

Contributo: 24 €

… consulta il calendario dei corsi online>>

… scarica il depliant . pdf con il programma dei corsi>>

Filosofi sull'Oglio

«La moralità non è propriamente la dottrina del come renderci felici,
ma di come dovremo diventare degni di possedere la felicità»
I. Kant

DIGNITÀ È IL TEMA SCELTO PER LA SETTIMA EDIZIONE

Dopo Le stagioni della vita, Geografia delle passioni, Vizi e virtù, Destino, Corpo, Felicità è Dignità il tema della settima edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio, che si terrà, come è tradizione, nei mesi di giugno e luglio 2012. Tema evocato da più parti nella nostra contemporaneità, trova la sua origine nell’esigenza enunciata da I. Kant come seconda formula dell’imperativo categorico: «Agisci in modo da trattare l’umanità, tanto nella tua persona come nella persona di ogni altro, sempre anche come un fine e mai unicamente come un mezzo». Questo imperativo stabilisce che ogni uomo, anzi ogni essere ragionevole, come fine in se stesso, possiede un valore intrinseco.

Ancora il filosofo di Königsberg, nella Fondazione della metafisica dei costumi, contrariamente a quanto sostiene Hobbes nel Leviatano, afferma che «nel regno dei fini tutto ha un prezzo o una dignità. Il posto di ciò che ha un prezzo può essere preso da qualcos’altro di equivalente; al contrario ciò che è superiore ad ogni prezzo, e non ammette nulla di equivalente, ha una dignità. […] Dunque la moralità è la condizione esclusiva affinché un essere ragionevole possa essere un fine in sé, perché soltanto in base ad essa questo essere può costituirsi a membro legislatore del regno dei fini. Ecco perché soltanto la moralità, e l’umanità in quanto capace di moralità, possono avere dignità».

Questi concetti kantiani ritornano nello stesso F. Schiller in Grazia e Dignità: «La dominazione degli istinti mediante la forza morale è la libertà dello spirito e l’espressione della libertà dello spirito nel fenomeno si chiama Dignità».

Si tratta di un concetto importante della tradizione filosofica e di una questione calda del nostro tempo. Nell’incertezza delle valutazioni morali del nostro mondo, incertezza che a più riprese ci fa parlare di un dis-orientamento pericoloso dell’esserci, si potrebbe anche dire, usando le parole di Heidegger, di una tangibile afflizione della fatticità, l’esigenza della dignità si rivela come una pietra di paragone fondamentale per l’accettabilità degli ideali e delle forme di vita instaurate o proposte.

Un tema con il quale la bioetica, la religione, la morale, le etiche applicate, la politica, la vita civile e pubblica, la società liquida in cui abitiamo non possono non misurarsi. D’altro canto, come non pensare alla distinzione netta che Simone Weil opera tra diritto e obbligo, il primo di ordine oggettivo, e l’altro che non può essere che incondizionato?

«L’obbligo – nota l’ebrea francese nel Preludio ad una dichiarazione dei doveri verso l’essere umano, pubblicato nel 1949 da Gallimard nella Collana «Espoir» curata da Albert Camus – lega solo gli esseri umani. […] L’oggetto dell’obbligo, nel campo delle cose umane, è sempre l’essere umano in quanto tale. C’è obbligo verso ogni essere umano, per il solo fatto che è un essere umano, senza che alcun altra condizione abbia ad intervenire; e persino quando non gliene si riconoscesse alcuno». Ed è sorprendente l’attualità di quanto scrive Weil allorché elenca ciò che lei chiama i bisogni indispensabili per la vita dell’anima: l’ordine, la libertà, l’ubbidienza, l’iniziativa e la responsabilità, l’uguaglianza, la gerarchia, l’onore, la punizione, la libertà di opinione, la sicurezza, il rischio, la proprietà privata, la proprietà collettiva, la verità – il bisogno «più sacro di tutti – dice Weil – eppure non se ne parla mai». Infine viene «il radicamento, forse, il bisogno più importante e più misconosciuto dell’anima umana. Mediante la sua partecipazione reale, attiva e naturale all’esistenza di una collettività che conservi vivi certi tesori del passato e certi presentimenti del futuro, l’essere umano ha una radice. […] Ad ogni essere umano occorrono radici multiple. Ha bisogno di ricevere quasi tutta la sua vita morale, intellettuale, spirituale tramite gli ambienti cui appartiene». Ed è proprio a partire da una tale sfida che questa avventura filo-rivierasca continua con tenacia il suo percorso, fedele al binomio luogo-pensiero e alla propria mission: portare il filosofo in mezzo alla gente, nella consapevolezza che la diffusa richiesta di senso, sia un bisogno sociale da ascoltare e che va preso, davvero, sul serio.

Lezioni di Utopia

Si intitola “Utopia: storia e teoria di un’esperienza politica” il nuovo ciclo di lezioni del Centro Culturale della Fondazione San Carlo, in programma da ottobre a dicembre (alle ore 17.30, ingresso gratuito) e trasmesse in videoconferenza in diretta nella sala del Consiglio del Comune di Finale Emilia (piazza Verdi, 1; Info: Biblioteca tel. 0535.788331/91007). I sette appuntamenti saranno tenuti da Paolo Virno, professore di Filosofia del linguaggio all’Università di Roma Tre (7 ottobre); Michele Ciliberto, professore di Storia della filosofia alla Scuola Normale di Pisa (12 ottobre); Alberto Burgio, professore di Storia della filosofia a Bologna (21 ottobre); Dario Antiseri, professore di Metodologia delle scienze sociali alla LUISS di Roma (4 novembre); Antonello La Vergata, docente di Storia della filosofia all’Università di Modena e Reggio Emilia (11 novembre); Gabriella Turnaturi, professoressa di Sociologia a Bologna (18 novembre); Marcello Flores, professore di Storia contemporanea a Siena (2 dicembre).
Nel corso del ciclo saranno discussi, in una prospettiva di lungo periodo, i principali nodi storici e teorici relativi alle diverse concezioni filosofiche, sociologiche e politiche del concetto di “utopia”. La finalità principale del progetto mira a rivalutare la prospettiva dell’immaginazione politica per la definizione di nuove linee-guida di sviluppo politico, sociale e culturale condensate nell’immagine della “città perfetta”.

Festival filosofia 2011

defato_bodei di bondenocom

Abbiamo già dedicato molti articoli all’edizione di quest’anno del festival (dal  16 al 18 settembre, come di consueto nelle tre sedi di Modena, Carpi, Sassuolo)che possiamo definire in assoluto il migliore per idee e organizzazione (lo dimostra anche il recente riconoscimento assegnatogli in sede europea).

Anche il sito ufficiale è chiaro e ben organizzato e permette di costruirsi un proprio programma personale e di stamparlo seguendo le proprie preferenze; anche noi lo abbiamo fatto e ci siamo accorti subito che (inevitabilmente) alcuni eventi coincidevano per orario.

Abbiamo rimediato eliminando gli eventi di Sassuolo, pur interessanti, per la assoluta mancanza di posteggi che impedisce di raggiungere la già insufficiente area a disposizione del pubblico.

Buona invece la ricettività di Carpi e limitata quella di Modena. che ha il merito di replicare alcuni eventi in aree periferiche; insuperabile comunque il servizio offerto dal sito, dove potete vedere i filmati delle conferenze delle passate edizioni.

http://www.festivalfilosofia.it

Premiato il festival filosofia

LA COMMISSIONE UE PREMIA UN FESTIVALFILOSOFIA SEMPRE PIU’ EUROPEO
È l’unico festival italiano ad aver ottenuto un contributo dalla Misura festival del Programma Cultura dell’UE, grazie al suo carattere internazionale: è stato selezionato tra 674 manifestazioni di tutta Europa

Oltre 30 opere e produzioni artistiche europee, altrettanti ospiti stranieri tra filosofi e artisti, provenienti da 9 diversi paesi dell’Unione. Il festivalfilosofia è sempre più internazionale e annuncia un’edizione 2011 ricca di spunti oltre confine.

Proprio grazie a queste caratterisriche il festival si è guadagnato un importante riconoscimento: la manifestazione è stato l’unico progetto italiano a essere selezionato dalla Commissione Europea, ottenendo un contributo messo a disposizione dalla linea “Misura Festival” del Programma Cultura 2007-2013, rivolta in modo specifico ai festival culturali europei. Un traguardo importante, considerando che le valutazioni sono state molto selettive: sono stati presentati 674 progetti da 32 paesi, di questi 85 erano italiani, ma soltanto 26 manifestazioni hanno ottenuto il finanziamento e il festivalfilosofia è la sola italiana.

Per ogni festival è stata valutata la qualità e il grado di “internazionalità” del programma, in base alla presenza di filosofi e artisti di altri paesi europei, ma anche di opere e spettacoli stranieri: molto alto il “voto” attribuito al festivalfilosofia dall’EACEA (Education, Audiovisual and Culture Executive Agency) incaricata delle selezioni: 97,5 punti su 100. Il paese più premiato è stata la Francia, con 8 progetti approvati, seguita dall’Olanda e dalla Slovenia, entrambe con 3 progetti.
Grazie a questo riconoscimento anche il festivalfilosofia potrà usufruire dei contributi europei – fino a un massimo di 98 mila euro – così come altre manifestazioni di grande prestigio, come il Festival d’Avignon, il Festival d’Automne à Paris e il Belfast Festival at Queen’s.

Il festivalfilosofia viene presentato come esempio di “buona pratica” nel corso dell’infoday “Programma Cultura 2007-2013” che il Ministero per i Beni Artistici e Culturali ha organizzato oggi a Roma. L’evento, a cui parteciperanno esperti della Commissione UE, vuole illustrare agli addetti ai lavori i criteri e le modalità di accesso ai bandi del Programma Cultura; per offrire contributi esemplificativi verranno presentati anche alcuni progetti vincitori nell’ambito del Programma: il festivalfilosofia è il solo beneficiario nell’ambito del settore dedicato ai festival culturali europei.

I menu filosofici

Il noto filosofo e gourmet ha ideato un percorso gastronomico che verrà proposto per tre giorni in quasi 60 ristoranti ed enoteche di Modena, Carpi e Sassuolo. Tradizione e ironia ispirano anche la “razionsufficiente”, il cestino del festival per pranzare e cenare a 4.50 euro

La natura è l’ingrediente principale dei nove “menu filosofici” ideati da Tullio Gregory che verranno proposti dal 16 al 18 settembre in quasi sessanta ristoranti ed enoteche di Modena, Carpi e Sassuolo. L’iniziativa, ormai consolidata, sottolinea la centralità del convito nella civiltà umana e ne celebra gli artefici di cucina e di bottega.

Tullio Gregory firma la sezione “cucina filosofica” del festivalfilosofia fin dalla prima edizione. Professore di Storia della Filosofia alla “Sapienza” di Roma, fondatore del Centro Studi del Cnr sul Lessico intellettuale europeo, direttore dell’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere e arti, edita dall’Istituto Treccani, membro del Comitato scientifico del festivalfilosofia e noto gourmet, Gregory ha ideato menu per pranzi e cene filosofici all’insegna della tradizione e a partire dai prodotti tipici modenesi e della cucina dell’Emilia-Romagna (menu completi e indirizzi dei ristoranti si possono consultare nel sito http://www.festivalfilosofia.it).

“Costruire dei menu attorno al tema della “natura” – spiega Gregory – è compiere un’operazione innaturale: essendo la tavola un fatto di cultura, essa è fortemente antagonista della natura o quanto meno trova la sua realizzazione trasformando i prodotti cosiddetti naturali per renderli commestibili e soprattutto gradevoli”. Da qui l’idea di articolare i menu filosofici sottolineando l’attività dell’homo faber che trasforma i prodotti naturali secondo i propri gusti, sempre più complessi ed esigenti. Ecco dunque servite in tavola le nature liquide, diversi tipi di pesce proposti in umido, fritti, salati, essiccati o sott’olio, le nature vegetali, con verdure e tuberi a uso esclusivo dei vegetariani, le nature animali, dedicate a chi ama la carne e le nature volatili, a base di pollo, faraona e piccione. Si prosegue con il teatro delle meraviglie, dove trionfano i saporitissimi grassi emiliani e le tigelle con il pesto e il cotechino, mentre nel crudo e cotto si alternano primi caldi, secondi stracotti, verdura e frutta freschissime. Dalla natura alla storia propone il brodo come ingrediente principale, che accompagna tortellini e passatelli e che viene ricavato dal gran bollito misto, servito come secondo; la natura enciclopedica è invece la declinazione della carne di maiale: prosciutto, arrosto, piedini e cotiche per finire col salame, stavolta di cioccolato. Un menù più semplice ma altrettanto saporito è quello pensato per le enoteche, dove i pasti sono più rapidi, all’insegna di formaggi e lambrusco, anch’essi prodotti “innaturali”, nati dal lento maturare di latte, caglio e uva.
Non manca una soluzione veloce ed economica per pranzare e cenare, che permette di seguire i ritmi delle lezioni magistrali e di assaporare piatti e prodotti tipici della provincia di Modena. È la “razionsufficiente”, in vendita a 4,50 euro nei giorni del festivalfilosofia: un primo caldo, un secondo di carne o pesce, un contorno di verdura o legumi, pizze o panini con misti di formaggi o di affettati, frutta, dolce e acqua: tanti mix secondo la fantasia della bottega. Il cestino del pranzo è in vendita a Modena al mercato coperto Albinelli, vicino a piazza Grande, a Carpi al Circolo culturale Mattatoio, vicino a Piazzale Re Astolfo, e a Sassuolo in diversi esercizi tra Piazzale della Rosa e Piazza Garibaldi.