l governo della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato un documento in data 24 febbraio 2023, primo anniversario della Operazione Speciale Militare russa in Donbass, che apre nuovi scenari proprio in merito alla zona grigia.
L’intero testo è costruito attorno ai core concepts, sei punti che trattano esattamente della zona grigia e lasciano intendere come la Cina abbiamo ampiamento studiato le sue dimensioni e le enormi potenzialità che si presentano nel momento in cui se ne diventa i leader. Non ha caso il titolo scelto per il documento è indicativo della volontà di porsi al di sopra degli altri domini e di svincolarsi, in maniera lata, dalle tradizionali forme di relazioni internazionali con gli altri Paesi. La proposta di pace per il conflitto russo-ucraino, che ben notoriamente è un conflitto di civiltà fra Occidente e Oriente, fra NATO ed Eurasia, è una proposta di accettazione di nuove condizioni relazionali e diplomatiche, del tutto asimmetriche e, soprattutto, in una terra ancora inesplorata per molti. Un territorio grigio in cui probabilmente la Cina ha già messo piede da tempo.
Fra le molte parti interessanti, alcuni estratti sono utili per focalizzare meglio le intenzioni sottese:
«L’essenza di questa nuova visione della sicurezza è quella di sostenere un concetto di sicurezza comune, rispettando e salvaguardando la sicurezza di ogni Paese; un approccio olistico, mantenendo la sicurezza sia nei camp tradizionali che in quelli non tradizionali e migliorando la governance della sicurezza in modo coordinato»[4].
Traspare, poi, un appoggio alla visione multipolare del mondo, proponendo sia l’autodeterminazione degli Stati e la non ingerenza negli affari interni, con libertà di scelta e indipendenza nei sistemi sociali e nei percorsi di sviluppo, attraverso anche la tutela delle Nazioni Unite come entità sovranazionale di incontro e risoluzione. Un passaggio questo che richiama alla promozione di una governance globale in senso multilaterale più che multipolare, perfettamente in linea con le dottrine politiche della Repubblica Cinese.
È interessante notare l’ampio raggio del documento, che coinvolge anche i Paesi africani e sudamericani, nonché il Medioriente, proponendo la “via cinese” come metodologia da applicare anche in quei contesti che sono stati a lungo appannaggio dei Paesi occidentali. La zona grigia, d’altronde, è sfumata anche verso quei confini, e permette di raggiungerli senza difficoltà strategica.
A rivelare la cura per la leadership nella zona grigia è, però, il punto n.14, seguito dal n.15 e n.17, in cui la Cina sottolinea la necessaria cooperazione per la biosicurezza (14 e 17) e le intelligenze artificiali (15), due punti essenziali di Agenda2030 dell’ONU ed anche i due campi di guerre non convenzionali più gettonati negli ultimi trent’anni. Sulla stessa scia, nel punto n.5 della sezione IV in conclusione si legge:
«La Cina è disposta a fornire ad altri Paesi in via di sviluppo 5.000 opportunità di formazione nei prossimi cinque anni per formare professionisti che affrontino problemi di sicurezza globale»[5]
Lasciando intendere che già è stato disposto un ampio piano strategico che coinvolge la pluralità dei settori del mondo cinese e non solo. Un documento che è verosimilmente esito di lunghi mesi di studio e pianificazione e che uscendo nell’anniversario della Operazione russo-ucraina ha provocato un riallineamento repentino per tutti i Paesi orbitanti attorno agli interessi del conflitto.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/chi-governa-la-zona-grigia-governa-il-mondo
Mi piace:
"Mi piace" Caricamento...