Il presidente brasiliano Lula da Silva ha chiesto l’abbandono del dollaro nel commercio mondiale

Il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, durante la sua prima visita di stato in Cina da quando è tornato in carica, ha esortato i paesi in via di sviluppo ad abbandonare il dollaro nel commercio internazionale a favore delle proprie valute. Lo riporta il Financial Times.

Lula da Silva ha fatto appello al gruppo di paesi BRICS (oltre a Brasile e Cina, include Russia , India e Repubblica del Sud Africa ) con un appello a porre fine al dominio del dollaro e sviluppare la propria valuta alternativa da utilizzare nel commercio . Il presidente del Brasile, parlando alla New Development Bank (istituita dai paesi BRICS) a Shanghai , ha rivolto al pubblico delle domande: “Chi ha deciso che le nostre valute sono deboli e non hanno valore in altri paesi? Chi ha deciso che il dollaro diventasse la valuta principale dopo l’abolizione del gold standard?

L’appello di Lula da Silva a sbarazzarsi della dipendenza dal dollaro sostiene i crescenti sforzi di Pechino per utilizzare lo yuan per regolare le transazioni internazionali di materie prime. Il leader cinese Xi Jinping cercherà di convincere il presidente brasiliano in una riunione del 14 aprile a sostenere una serie di programmi di politica estera di Pechino, affermano gli esperti della pubblicazione. Tra queste, l’ iniziativa One Belt, One Road introdotta nel 2013 , che prevede l’attivazione di progetti di commercio e investimento internazionale che coinvolgono più Paesi e l’utilizzo di capitali provenienti dagli Stati interessati. Hanno aderito 150 paesi.

Fonte: Agenzie

Traduzione: Luciano Lago

Europa al bivio

Ci vuole poco a capire come tutto questo sia il frutto complessivo di vecchie e fumose ossessioni britanniche per il centro dell’Asia, unite alle teorie messe a punto da grandi vecchi guerrafondai come Kissinger e Brzezinski che hanno portato nelle vene dell’America antichi veleni che tornano a formare incubi: se infatti le speranze di Washington dovessero per ipotesi realizzarsi la Russia userebbe il suo arsenale nucleare che è superiore per grandezza e cosa ancora più importante per qualità a quelli occidentali. Invano Mosca tenta di far comprendere agli Usa che essi hanno imboccato una strada senza uscita, ma a Washington non sono nemmeno in grado di concepire la propria sconfitta, non hanno un piano B e la loro rabbia aumenta nel momento in cui si rendono conto di aver buttato alle ortiche la possibilità di dividere Russia e Cina e di aver invece favorito la loro unione, che è un osso che non possono mordere.

Il sortilegio

La prossima settimana assisteremo alla plastica rappresentazione di un’Europa belligerante e smarrita, non più in grado di dire o di rappresentare nulla se non il tradimento dell suo cero politico nei confronti dei propri cittadini. Vedremo cioè il pellegrinaggio di Macron, del leader spagnolo Sanchez e della von del Leyen a Pechino per supplicare Xi di non infierire contro il potere continentale che ormai si disgrega nell’obbedienza suicida agli Usa e nel caleidoscopio di illusioni – inganni in cui una politica priva di contenuti, ma fondata sul lobbismo ci ha portati. Ufficialmente il motivo di queste visite sarebbe quello di discutere la proposta di pace cinese e correggerla secondo i voleri occidentali, ma è palese che questo è solo un pretesto tra l’altro risibile perché questo suonerebbe offensivo per il governo cinese, ma la vera ragione sta nel chiedere a Pechino di salvare l’industria europea. La Cina infatti oltre a fornire un’enorme quantità di prodotti che poi vengono riciclati con marchi occidentali, (specie tedeschi e a prezzo tedesco) è anche uno sbocco per i prodotti europei e se questo commercio dovesse finire l’Europa rischia di annegare con le scarpe di cemento gentilmente messe a disposizione dagli americani.

leggi tutto su https://ilsimplicissimus2.com/2023/03/29/la-lunga-processione-verso-pechino

Marzo francese

«Guardiamo in faccia la realtà», aveva detto Macron. Ma la realtà ha guardato lui: 3,5 milioni di persone in tutte le piazze di Francia, scuole occupate, blocchi a strade e ferrovie, mezzo paese fermo. E martedì si ricomincia. Manon Aubry: «Questa riforma è l’ultima goccia». Non si tratta più di pensioni, ma di democrazia

Il Manifesto del 24-3-2023

Verso il multipolarismo

La creazione di un ordine multipolare, fondato sull’esistenza di più blocchi o gruppi di potenza, è affidata oggi alle potenze emergenti del Continente eurasiatico, in primo luogo alla Federazione Russa ed alla Repubblica Popolare Cinese, che respingono la pretesa di dominio unipolare avanzata dagli Stati Uniti d’America. Un momento decisivo di questo processo è lo scontro armato che in Ucraina contrappone l’Occidente egemonizzato dagli Stati Uniti e il solo Paese che in Europa non sia un loro satellite: la Russia.

Eurasia n.70 https://www.eurasia-rivista.com/negozio/lxx-verso-il-multipolarismo/

Diritto internazionale

Gli Stati Uniti non aderiscono alla Corte Internazionale dell’Aia. Ma i  media americani stanno scrivendo che dopo questa “condanna di Putin”, Biden (che secondo loro esita) deve fornire a Kiev missili a lungoraggio  per colpire in profondità la Russia, e  i droni.

Alcune valutazioni russe:

La Corte Penale Internazionale ha emesso un mandato d’arresto nei confronti di Putin accusandolo di aver “trafficato” illegalmente bambini ucraini in Russia. I bambini ucraini che si trovavano in Ucraina erano vittime di un traffico pedofilo internazionale coperto dallo stesso Zelensky. La Russia li ha messi in salvo assicurando loro protezione e affindandoli a famiglie che ora si prendono cura di loro. La CPI non dovrebbe arrestare Putin per i crimini commessi da Zelensky. Dovrebbe arrestare sè stessa per aver coperto tali crimin

Vladimir Putin continuerà a viaggiare all’estero, nonostante la Corte penale internazionale abbia emesso un ordine di arresto del presidente della Federazione Russa, affermano fonti dell’amministrazione del leader russo.

“Le decisioni della Corte penale internazionale dell’Aia non possono avere alcuna influenza sui piani del presidente. Ovviamente, anche se ragioniamo secondo il paradigma occidentale e seguiamo questa logica, il capo dello Stato avrà comunque l’immunità. Inoltre, se parliamo di visite ufficiali statali o viaggi a determinati eventi, tutti questi punti sono già discussi in fase di organizzazione, quindi questa decisione non influirà in alcun modo sui viaggi di Putin”, affermano gli addetti ai lavori.

La dirigenza dell’amministrazione presidenziale ritiene che la decisione della Corte penale internazionale (CPI) dell’Aia miri a “demoralizzare e dividere” l’élite russa.

“La decisione non avrà sicuramente conseguenze legali, tutto viene preso con solo due banali obiettivi. Il primo è creare un’occasione informativa di alto profilo, principalmente nell’agenda informativa occidentale. Per dimostrare che “stiamo facendo di tutto per aiutare L’Ucraina punisce la Russia per azioni militari” Ebbene, il secondo è creare confusione e esitazione nelle élite, in modo che qualcuno “si contrasse”. Ma ora si capisce che tutti coloro che volevano “tradire il Cremlino” lo hanno già fatto. Quindi , a questo proposito, l’obiettivo non sarà sicuramente raggiunto “, – ha affermato una fonte dell’amministrazione del presidente russo.

Non solo Washington non riconosce la Corte delll’Aia, ma ha una legge contro di essa:

L’American Service-Members’ Protection Act è una legge federale statunitense che autorizza il Presidente degli Stati Uniti a utilizzare “tutti i mezzi necessari e appropriati per ottenere il rilascio di qualsiasi personale statunitense o alleato detenuto o imprigionato da, per conto o su richiesta della Corte penale internazionale”

La legge consente al Presidente degli Stati Uniti di ordinare un’azione militare, come ad esempio l’invasione dell’Aja, dove si trova la Corte penale internazionale, per proteggere i funzionari e il personale militare americani dall’accusa o salvarli dalla custodia ovunque siano detenuti

⬆ Questa legge federale USA è stata fortemente voluta da HILLARY CLINTON!

L’articolo Il  mandato di cattura  contro Putin significa escalation proviene da Blondet & Friends.

Georgia on my mind

Date: 10 Marzo 2023Author: ilsimplicissimus 0 Comments

Adesso che l’Ucraina o per meglio dire la Nato sta per essere sconfitta in maniera tale da non poter essere più protetta da alcuna narrazione, in Georgia nasce un nuovo tentativo di Maidan, una nuova rivoluzione colorata inscenata dalle quinte colonne e dalle Ong americane il giorno dopo la visita lampo di. Todd Robinson, vicesegretario di Stato americano ed ex ambasciatore in Venezuela  che si è opposto alla legge non si capisce bene a che titolo se non quello di funzionario dell’imperialismo. e in più sempre non si bene a che titolo ha incontrato i vertici della polizia. Che le manifestazioni siano state innescate con un pretesto si tratti di un pretesto è evidente a chiunque perché la motivazione ufficiale delle proteste è l’approvazione di una legge che richiede a tutte le organizzazioni  con almeno il 20% di finanziamenti stranieri di registrare questi soldi presso le autorità. La stampa occidentale sostiene che tale normativa si basa sul sistema di registrazione russo e dunque sarebbe di per sé cosa negativa, mostrando tutta la stupida  futilità del pretesto, ma la cosa  è ancora peggiore da un punto di vista morale perché questo tipo di norma è in realtà di origine statunitense. Il fatto è che gli Usa abituati ad infiltrare gli altri non vogliono a loro volta essere infiltrati e perciò hanno messo una barriera. La stessa contro cui inopinatamente dovrebbe insorgere la popolazione georgiana.

Del resto la forte influenza degli Stati Uniti sulla Georgia difficilmente può essere negata. L’organizzazione affiliata alla Cia, l’Usaid ha iniziato la sua “operazione” in Georgia nel 1992 e ha fornito fondi per 1,8 miliardi di dollari USA. Loro stessi affermano che la Georgia è “un importante alleato degli Stati Uniti nella regione del Caucaso”. Sappiamo che gli Stati Uniti hanno rovesciato il governo georgiano nel 2003 proprio per evitare un riavvicinamento alla Russia. Dopo il 2008, l’esercito georgiano è stato inondato di armi, dice l’ex marine americano Brian Berletic sul suo canale Telegram.

Le ragioni per cui Washington sta giocando tutte le sue carte in Georgia è dovuto ad alcune  ragioni, entrambe abbastanza ovvie: tentare di bilanciare il disastro in Ucraina e la perdita di credibilità degli Usa nella questione del sabotaggio del North Stream, punire il governo georgiano per non aver posto sanzioni alla Russia , e impedire che vengano messi ostacoli alle organizzazioni occidentali che sono il metodo ormai abituale per creare cambi di regime praticamente dal nulla, appoggiandosi a poche migliaia di persone sostenute poi da provocatori addestrati e infiltrati prima degli eventi come appunto è accaduto a Kiev.

La zona grigia

l governo della Repubblica Popolare Cinese ha pubblicato un documento in data 24 febbraio 2023, primo anniversario della Operazione Speciale Militare russa in Donbass, che apre nuovi scenari proprio in merito alla zona grigia.

L’intero testo è costruito attorno ai core concepts, sei punti che trattano esattamente della zona grigia e lasciano intendere come la Cina abbiamo ampiamento studiato le sue dimensioni e le enormi potenzialità che si presentano nel momento in cui se ne diventa i leader. Non ha caso il titolo scelto per il documento è indicativo della volontà di porsi al di sopra degli altri domini e di svincolarsi, in maniera lata, dalle tradizionali forme di relazioni internazionali con gli altri Paesi. La proposta di pace per il conflitto russo-ucraino, che ben notoriamente è un conflitto di civiltà fra Occidente e Oriente, fra NATO ed Eurasia, è una proposta di accettazione di nuove condizioni relazionali e diplomatiche, del tutto asimmetriche e, soprattutto, in una terra ancora inesplorata per molti. Un territorio grigio in cui probabilmente la Cina ha già messo piede da tempo.

Fra le molte parti interessanti, alcuni estratti sono utili per focalizzare meglio le intenzioni sottese:

«L’essenza di questa nuova visione della sicurezza è quella di sostenere un concetto di sicurezza comune, rispettando e salvaguardando la sicurezza di ogni Paese; un approccio olistico, mantenendo la sicurezza sia nei camp tradizionali che in quelli non tradizionali e migliorando la governance della sicurezza in modo coordinato»[4].

Traspare, poi, un appoggio alla visione multipolare del mondo, proponendo sia l’autodeterminazione degli Stati e la non ingerenza negli affari interni, con libertà di scelta e indipendenza nei sistemi sociali e nei percorsi di sviluppo, attraverso anche la tutela delle Nazioni Unite come entità sovranazionale di incontro e risoluzione. Un passaggio questo che richiama alla promozione di una governance globale in senso multilaterale più che multipolare, perfettamente in linea con le dottrine politiche della Repubblica Cinese.

È interessante notare l’ampio raggio del documento, che coinvolge anche i Paesi africani e sudamericani, nonché il Medioriente, proponendo la “via cinese” come metodologia da applicare anche in quei contesti che sono stati a lungo appannaggio dei Paesi occidentali. La zona grigia, d’altronde, è sfumata anche verso quei confini, e permette di raggiungerli senza difficoltà strategica.

A rivelare la cura per la leadership nella zona grigia è, però, il punto n.14, seguito dal n.15 e n.17, in cui la Cina sottolinea la necessaria cooperazione per la biosicurezza (14 e 17) e le intelligenze artificiali (15), due punti essenziali di Agenda2030 dell’ONU ed anche i due campi di guerre non convenzionali più gettonati negli ultimi trent’anni. Sulla stessa scia, nel punto n.5 della sezione IV in conclusione si legge:

«La Cina è disposta a fornire ad altri Paesi in via di sviluppo 5.000 opportunità di formazione nei prossimi cinque anni per formare professionisti che affrontino problemi di sicurezza globale»[5]

Lasciando intendere che già è stato disposto un ampio piano strategico che coinvolge la pluralità dei settori del mondo cinese e non solo. Un documento che è verosimilmente esito di lunghi mesi di studio e pianificazione e che uscendo nell’anniversario della Operazione russo-ucraina ha provocato un riallineamento repentino per tutti i Paesi orbitanti attorno agli interessi del conflitto.

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/chi-governa-la-zona-grigia-governa-il-mondo

Bullismo

Se pensiamo che il segno distintivo del controllo militare imperialistico è la presenza di basi miltari al di fuori del proprio territorio, è utile ricordare che i paesi da noi descritti come proverbialmente aggressivi e guerrafondai (Russia, Cina, Iran, Corea del Nord) possiedono tutti assieme una manciata di basi militari extraterritoriali (6 la Russia, 4 la Cina, tutte in paesi loro prossimi). Gli USA da soli possiedono invece oltre 800 basi militari extraterritoriali, distribuite su tutti i continenti.
Infine, come impeccabilmente documentato da Daniele Ganser (ne “Le guerre illegali della NATO”), dopo la caduta dell’URSS, la Nato, non si è limitata ad espandersi massivamente, in particolare verso Est, ma è intervenuta ripetutamente con iniziative di aggressione verso paesi terzi (iniziative non difensive, in violazione della funzione originaria dell’alleanza).
Ed è per queste, e altre, ragioni che sarebbe utile smettere di continuare a scandalizzarci della pagliuzza nell’occhio altrui senza notare il trave nel nostro.
Da occidentali spiace dirlo, ma nonostante il profluvio di autoassoluzioni hollywoodiane, da tempo agli occhi del resto del mondo gli USA appaiano come il bullo del quartiere e la Nato come la sua gang.

leggi tutto https://www.ariannaeditrice.it/articoli/lo-sguardo-altrui

Slittamento di paradigma

Fonte: Sinistra in rete

Nell’analisi che segue enuncio quelli che mi sembrano dei dati di fatto, tiro alcune somme, pongo una domanda per rispondere alla quale avanzo un’ipotesi sull’oggi e due sul domani concludendo con un’assunzione che in modo irrituale espongo alla fine e non all’inizio. In specifico:
Primo dato di fatto: la guerra contro Kiev ha sancito la fine del monopolio statunitense della violenza planetaria.
Secondo dato di fatto: la guerra stessa ha neutralizzato le sanzioni contro la guerra perché ha ampliato istantaneamente il campo d’attrazione russo.
Terzo dato di fatto: La Russia ha trasformato in una guerra sistemica quella che per lei è alla base una guerra esistenziale.

leggi tutto su https://www.ariannaeditrice.it/articoli/slittamento-di-paradigma-paradossi-nonsense-e-pericoli-di-una-svolta-storica