Una modesta proposta

“Mussolini, alle prese con gerarchi che rubavano e soldati che scappavano, aveva giustamente osservato che governare gli italiani è inutile”. A citare in questi termini il duce (in un articolo apparso sul numero di settembre/ottobre di “Alfabeta2”, 32/2013) è, a sorpresa, il filosofo Maurizio Ferraris, già esponente del decostruzionismo e ora teorico del New Realism e della sinistra cosmopolita. Sviluppando dalla premessa mussoliniana un sillogismo piuttosto avventuroso, Ferraris auspica, in evidente polemica con i filo-latini Kojève e Agamben, che i singoli Stati europei cedano gradualmente la propria sovranità per uniformarsi sotto un impero a guida germanica.

 

Perché, privi per svariate ragioni, non genetiche (per fortuna!) ma storiche, del senso dello Stato, gli Italiani sono tendenzialmente così anarcoidi e individualisti da raggiungere l’eccellenza soltanto come imprenditori del crimine: “la mafia e la ‘ndrangheta”, sentenzia ancora il filosofo (forse accanito lettore di Saviano), “sono le uniche multinazionali originate in Italia che funzionino davvero”. Insomma, corrotti come siamo, possiamo coltivare una sola speranza di salvezza: che ci governino gli stranieri. E in tal senso un cancelliere tedesco, Ferraris ne è convinto, farebbe meglio di un politico nostrano.

Così riporta Giampiero Marano in http://www.appelloalpopolo.it/?p=9893

Contrariamente a lui siamo costretti a dare ragione a Ferraris, anzi a spingere ancora più in là il suo ragionamento (lasciamo pure stare il Risorgimento: cosa fatta, capo ha); invece di finire come la Grecia, chiediamo l’annessione alla Germania: si prenda tutto (anche i nostri presunti debiti ovviamente): in un colpo solo ci liberiamo dei nostri politici e delle preoccupazioni!