La parola alle cose

Da venerdì 14 a domenica 16 settembre a Modena, Carpi e Sassuolo quasi 200 appuntamenti fra lezioni magistrali, mostre, concerti, spettacoli e cene filosofiche.

Tra i protagonisti Bauman, Augé, Searle, Sennett, Latouche, la cinese Anne Cheng, Cacciari, Galimberti, Severino e Bodei

Un concetto chiave della tradizione filosofica e una questione cruciale dell’esperienza contemporanea. È “cose” il tema dell’edizione 2012 che si svolge a Modena, Carpi e Sassuolo dal 14 al 16 settembre in 40 luoghi diversi delle tre città. Lezioni magistrali, mostre, spettacoli, letture, giochi per bambini e cene filosofiche. Gli appuntamenti sono quasi 200 e tutti gratuiti.

Il festival, che lo scorso anno ha registrato oltre 176 mila presenze, è promosso dal “Consorzio per il festivalfilosofia”, i cui fondatori – ovvero i Comuni di Modena, Carpi e Sassuolo, la Provincia di Modena, la Fondazione Collegio San Carlo e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena – sono i soci storici che hanno partecipato alla realizzazione del festival fin dalla prima edizione. Piazze, chiese e cortili ospitano le oltre 50 lezioni magistrali del festival, che vede quest’anno tra i protagonisti, tra gli altri, Enzo Bianchi, Massimo Cacciari, Roberta de Monticelli, Roberto Esposito, Maurizio Ferraris, Umberto Galimberti, Sergio Givone, Salvatore Natoli, Giovanni Reale, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Emanuele Severino, Carlo Sini e Remo Bodei, Presidente del Comitato scientifico del Consorzio. Molti anche i filosofi stranieri, circa un quarto del totale, a segnare un’edizione fortemente internazionale: tra loro i francesi Bruno Latour, Serge Latouche e Marc Augé, che fa parte del comitato scientifico del Consorzio; lo spagnolo Francisco Jarauta; i britannici Richard Sennett e Scott Lash; l’americano John Searle; il polacco Zygmunt Bauman, da quarant’anni esule in Inghilterra, e il suo connazionale Krzysztof Pomian, esule viceversa in Francia; Anne Cheng, formazione francese e origine cinese. Si distinguerà Alessandro Bergonzoni in una vera e propria lezione magistrale, con la sua vertiginosa inventiva linguistica.

Il programma delle lezioni magistrali si svolge all’insegna della domanda filosofica sulle cose (suscitata dalla meraviglia che qualcosa ci sia e alla ricerca di “cosa” sia), riconoscendo che in questo tema si scorge il luogo materiale e teorico di alcune delle più caratteristiche trasformazioni della contemporaneità. I maestri del pensiero che il festivalfilosofia porterà nelle piazze e nei cortili delle tre città si confronteranno con il pubblico sulle varie declinazioni contemporanee delle cose, tracciando linee tematiche che affrontano, tra le altre, la questione della “cosa stessa”, lo statuto della produzione  e i suoi processi, le implicazioni del consumo, il carattere di feticcio assunto dalle cose, nonché le passioni che esse suscitano.

Il programma filosofico del festival propone anche la sezione “la lezione dei classici”:  esperti eminenti commenteranno i testi che, nella storia del pensiero occidentale, hanno costituito modelli o svolte concettuali rilevanti per il tema delle cose, da Platone ad Aristotele, da Adam Smith a Hegel e Marx, fino alle elaborazioni novecentesche di Husserl, Heidegger, Benjamin e Arendt , con in più un fuori pista comparativo sul pensiero confuciano.

Se le lezioni magistrali sono il cuore della manifestazione, un vasto programma creativo coinvolge narrazioni e le performance, la musica  i libri, le iniziative per bambini e ragazzi.

Oltre 20 le mostre proposte in occasione del festival: tra cui una grande retrospettiva italiana dedicata al fotografo americano Edward Weston, una personale di Andrea Chiesi, un’esposizione di figurine sul “fascino discreto degli oggetti”, una dedicata alla storia e al mito delle collezioni Panini. Si segnaleranno l’installazione “Il dono della massa” curata dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e “Cose #6” dei Masbedo.

E, accanto a pranzi e cene filosofici ideati dall’Accademico dei Lincei Tullio Gregory per i circa sessanta ristoranti ed enoteche delle tre città, nella notte di sabato 15 settembre è previsto il “Tiratardi”, con iniziative e aperture di gallerie e musei fino alle ore piccole.

Infoline: Consorzio per il festivalfilosofia, tel.059/2033382 e http://www.festivalfilosofia.it

Lo sterco del diavolo

Cinema, oro e denaro
Rassegna di film
Curatore: Alberto Morsiani
A cura di: Associazione Circuito Cinema
Sala Truffaut  Modena
Prima dell’introduzione del denaro, l’unico modo per scambiare delle merci era il baratto. Merce per merce. Il denaro è la terza merce, il “valore-ponte”. Grazie al denaro, tutti i prodotti sonoscambiabili. Dunque, il denaro è la “cosa” per eccellenza, grazie alla quale tutte le altre cose possono essere scambiate. A sua volta, l’oro, che ha una valutazione morale presente anche nelle dottrine alchemiche e che, materiale luminoso e non soggetto all’ossidazione, è collegato al Sole, fu a lungo la pietra di paragone del denaro, il metallo comunemente usato per coniare monete.
Possedere denaro e oro è diventato col tempo uno degli scopi dell’esistenza umana, forse “lo” scopo… Gli oggetti, il gruzzolo, le banconote, le monete d’oro si sono impadroniti delle anime. Le “cose” preziose si sono trasformati in feticci, e gli uomini che credono di possederle in zimbelli. Chi
possiede chi? Ciò è raccontato benissimo anche dal cinema, che ha narrato ambientandole in ogni tempo e luogo grandi e piccole storie di cupidigia, ossessione, perdizione, avidità per il denaro e l’oro e per le cose preziose al limite dell’animalesco e dell’autodistruzione esistenziale.
Venerdì 14
Ore 20.30
Lezioni magistrali
Marino Niola
Oro e argent
Conduce: Alberto Morsiani
Sala Truffaut
A seguire: rassegna di film
Ore 21.30
L’argent (Francia, 1983, 85’, versione originale, sottotitoli in italiano) di Robert Bresson
A causa di una banconota da 500 franchi che gli viene data senza che si accorga che è falsa, per il disarmato operaio Yvon ha inizio un calvario fatto di prigione, abbandono della moglie, rapine e omicidi. Liberamente ispirato al racconto di Tolstoj “Denaro falso”, il film racconta, con una
disperazione e un rigore assoluto, il potere distruttore del denaro.

Ore 23.00
Historie Immortelle (Francia, 1968, 58’, versione originale, sottotitoli in italiano) di Orson Welles
A Macao il vecchio mercante Clay, per mostrare che il denaro ha più forza di qualunque fantasia, vuole tradurre in realtà l’unico racconto di finzione da lui conosciuto: la leggenda, che circola tra i marinai, di ricevere 20 ghinee d’oro da un ricco signore per passare la notte con una donna
bellissima. Dal racconto “Una storia immortale” di Karen Blixen.
Sabato 15
Ore 20.30
Charlot usuraio (USA, 1916, 32’, muto) di Charles Chaplin
Charlot lavora in un banco di pegni, si azzuffa con il collega commesso, serve vari clienti che vendono e comprano, corteggia la figlia del padrone e trova il tempo di sventare una rapina al negozio.
Ore 21.10
Non per soldi… ma per denaro (USA, 1966, 125’, versione originale, sottotitoli in. italiano) di Billy Wilder
Un cameraman investito da un giocatore di football americano si finge paralizzato e seguendo i consigli dell’avida moglie e del cognato truffaldino cerca di ingannare l’assicurazione. Esilarante e cinico ritratto della cupidigia umana.
Ore 23.20
Il Tesoro della Sierra Madre (USA, 1948, 126’, versione originale, sottotitoli in italiano) di John Houston
1925: in Messico due avventurieri e un vecchio sdentato vanno alla caccia di un giacimento d’oro, ma l’avidità costerà la vita a uno di loro e il caso farà dissolvere la ricchezza degli altri due. Grande avventura hollywoodiana, racconto amaro e disincantato di un’ossessione, di una perdizione e di un
fallimento.
Domenica 16
Ore 16.00
El Dorado (Spagna, 1988, 151’, versione italiana) di Carlos Saura
Rio delle Amazzoni, 1562. L’avventuriero spagnolo Aguirre uccide il suo comandante e guida una folle spedizione alla ricerca dell’Eldorado, il mito che ossessionò gli spagnoli per secoli. Dopo Herzog, anche Saura si cimenta con una delle vicende più avvincenti della cupidigia umana.
Ore 18.45
Bianche tracce della vita (Gran Bretagna, 2000, 120’, versione italiana) di Michael Winterbottom
Sierra Nevada 1867, febbre dell’oro. Daniel Dillon, personaggio equivoco, governa la nevosa città mineraria di Kingdom Come, ma deve fare i conti con un passato oscuro che esige che lui paghi il conto. Dal romanzo di Thomas Hardy “Il sindaco di Casterbridge”, senso di colpa e redenzione in un film in cui la brama di ricchezza causa la fine di un uomo.
Ore 21.00
Greed-Rapacità (USA, 1924, 100’, muto) di Erich Von Stroheim
California, primi ‘900. La vincita di 5mila dollari a una lotteria avvelena il matrimonio tra il dentista senza laurea McTeague e Trina, e suscita l’invidia di Marcus, l’ex fidanzato della donna. Trina, che ha una passione morbosa per il gruzzolo, preferisce vivere in miseria pur di non intaccarlo.
Personaggi dilaniati da passioni primitive, irrefrenabili e fatali.
Alberto Morsiani
Direttore artistico dell’Associazione Circuito Cinema di Modena, per cui realizza rassegne e programma sale, e docente di Teoria della regia cinematografica all’Università di San Marino. Critico e saggista, collaboratore di quotidiani e riviste specializzate, ha scritto tra l’altro Anthony Mann
(1986), Joseph Mankiewicz (1990), Scene americane. Il paesaggio nel cinema di Hollywood (1994),
Oliver Stone (1998), John Ford. Sentieri selvaggi (2002), Quentin Tarantino (2004), Gus Van Sant
(2004), L’America e il western. Storie e film della frontiera (2007), Quentin Tarantino. Pulp Fiction
(2009), Il cinema indiano (2009), Peter Weir (2011). Di prossima uscita un volume sulla motocicletta
nel cinema.
Associazione Circuito Cinema
Sala Truffaut
Modena – Palazzo Santa Chiara
Via degli Adelardi 4
Tel. 059 239222
Tel. e fax 059 236288
salatruffaut@tiscali.it

I menu filosofici

Il noto filosofo e gourmet ha ideato un percorso gastronomico che verrà proposto per tre giorni in quasi 60 ristoranti ed enoteche di Modena, Carpi e Sassuolo. Tradizione e ironia ispirano anche la “razionsufficiente”, il cestino del festival per pranzare e cenare a 4.50 euro

La natura è l’ingrediente principale dei nove “menu filosofici” ideati da Tullio Gregory che verranno proposti dal 16 al 18 settembre in quasi sessanta ristoranti ed enoteche di Modena, Carpi e Sassuolo. L’iniziativa, ormai consolidata, sottolinea la centralità del convito nella civiltà umana e ne celebra gli artefici di cucina e di bottega.

Tullio Gregory firma la sezione “cucina filosofica” del festivalfilosofia fin dalla prima edizione. Professore di Storia della Filosofia alla “Sapienza” di Roma, fondatore del Centro Studi del Cnr sul Lessico intellettuale europeo, direttore dell’Enciclopedia Italiana di scienze, lettere e arti, edita dall’Istituto Treccani, membro del Comitato scientifico del festivalfilosofia e noto gourmet, Gregory ha ideato menu per pranzi e cene filosofici all’insegna della tradizione e a partire dai prodotti tipici modenesi e della cucina dell’Emilia-Romagna (menu completi e indirizzi dei ristoranti si possono consultare nel sito http://www.festivalfilosofia.it).

“Costruire dei menu attorno al tema della “natura” – spiega Gregory – è compiere un’operazione innaturale: essendo la tavola un fatto di cultura, essa è fortemente antagonista della natura o quanto meno trova la sua realizzazione trasformando i prodotti cosiddetti naturali per renderli commestibili e soprattutto gradevoli”. Da qui l’idea di articolare i menu filosofici sottolineando l’attività dell’homo faber che trasforma i prodotti naturali secondo i propri gusti, sempre più complessi ed esigenti. Ecco dunque servite in tavola le nature liquide, diversi tipi di pesce proposti in umido, fritti, salati, essiccati o sott’olio, le nature vegetali, con verdure e tuberi a uso esclusivo dei vegetariani, le nature animali, dedicate a chi ama la carne e le nature volatili, a base di pollo, faraona e piccione. Si prosegue con il teatro delle meraviglie, dove trionfano i saporitissimi grassi emiliani e le tigelle con il pesto e il cotechino, mentre nel crudo e cotto si alternano primi caldi, secondi stracotti, verdura e frutta freschissime. Dalla natura alla storia propone il brodo come ingrediente principale, che accompagna tortellini e passatelli e che viene ricavato dal gran bollito misto, servito come secondo; la natura enciclopedica è invece la declinazione della carne di maiale: prosciutto, arrosto, piedini e cotiche per finire col salame, stavolta di cioccolato. Un menù più semplice ma altrettanto saporito è quello pensato per le enoteche, dove i pasti sono più rapidi, all’insegna di formaggi e lambrusco, anch’essi prodotti “innaturali”, nati dal lento maturare di latte, caglio e uva.
Non manca una soluzione veloce ed economica per pranzare e cenare, che permette di seguire i ritmi delle lezioni magistrali e di assaporare piatti e prodotti tipici della provincia di Modena. È la “razionsufficiente”, in vendita a 4,50 euro nei giorni del festivalfilosofia: un primo caldo, un secondo di carne o pesce, un contorno di verdura o legumi, pizze o panini con misti di formaggi o di affettati, frutta, dolce e acqua: tanti mix secondo la fantasia della bottega. Il cestino del pranzo è in vendita a Modena al mercato coperto Albinelli, vicino a piazza Grande, a Carpi al Circolo culturale Mattatoio, vicino a Piazzale Re Astolfo, e a Sassuolo in diversi esercizi tra Piazzale della Rosa e Piazza Garibaldi.

Habitat e ambienti

Habitat e ambienti
Nella Natura viviamo. E con noi vivono infinite specie – reali o inventate – che popolano i più straordinari ambienti naturali così come le invenzioni della finzione letteraria. Mostre, installazioni, spettacoli e laboratori declinano esperienze e prospettive sugli habitat dove ci si accorge che, spesso, l’esotico e il selvaggio sono fiabe di una Natura tutta immaginata.
Ispirate dall’approccio positivistico, le figurine di fine Ottocento rappresentavano spesso con colori sgargianti piccoli ritagli di mondo naturale, diorami bidimensionali in cui animali esotici e lontani erano colti nel loro habitat naturale – deserto, savana o fondale marino – da uno sguardo esterno e oggettivato. A partire dal XX secolo, e in particolare dalle ricerche di Von Uexkull – il biologo tedesco amato da Heidegger e Rilke – questi mondi divengono “inconoscibili”, chiusi come sono entro l’esperienza percettiva delle singole specie.
La mostra “Sfere invisibili” del Museo della Figurina di Modena propone un percorso che unifica i due approcci, accostando ad album e figurine d’epoca alcune installazioni di “sensi esotici”, come i biosonar e le bussole magnetiche, che catapultano il visitatore nell’ambiente percepito dall’animale stesso.
Trasferito sul piano della specie umana, il concetto etologico di “Spazio vitale” titola la riflessione visiva dei giovani artisti Luigi Massari, Andrea Palmà, Emanuele Puzziello e Patrizia Emma Scialpi, presentata alla Galleria Underdogstudio di Modena: una fitta istallazione di materiali eterogenei in sviluppo verticale, come un rampicante, mostra come ogni elemento del vivente cambi continuamente di stato e come ogni spazio vitale sia radicalmente effimero e destinato a scomparire.
Ma è soprattutto la letteratura a immettere negli ambienti più selvaggi misteriosi, aprendo le porte su boschi incantati, abissi marini, sconfinate praterie, foreste tropicali. E così Il Libro della Giungla di Kipling si trasforma in un’installazione dedicata a ragazzi e adulti: “Max e i fratelli di Mowgli” riproduce una cameretta, il letto di un bambino che sogna, e tutt’intorno una wilderness favolosa, fatta di alberi giganteschi, fiori carnivori, suoni, profumi, immagini e colori della foresta (Carpi, Palazzo dei Pio). “Selvaggi tutti” è la parola d’ordine e il titolo di un’animazione-spettacolo che coinvolge i ragazzi in un gioco liberatorio fatto di musica, danze, travestimenti: è il re dei Mostri Selvaggi in persona a prendere per mano i visitatori e condurli in una giungla di colori, di luce e di buio ricostruita con allestimenti scenici e videoinstallazioni dal Castello dei ragazzi di Carpi (Carpi, Piazza Martiri e Palazzo dei Pio, sabato 17 e domenica 18, dalle 16.00 alle 19.00).
Da un racconto di Rudyard Kipling è tratta anche la storia de “L’elefantino”, spettacolo teatrale per i piccolissimi proposto dal Teatro Testoni Ragazzi. E anche in questo caso è la fantasia a recuperare il rapporto con la natura: il piccolo Bubu deve lavare, controvoglia, tutti i calzini della sua numerosa famiglia e perciò si inventa una storia dove i calzini diventano animali della giungla africana, ciascuno con una voce speciale che fa immaginare la terra che la giraffa calpesta o l’acqua verde e limacciosa del fiume Limpopo dove il coccodrillo aspetta per fare colazione (Sassuolo, Auditorium P. Bertoli, venerdì 16, ore 17.30).