Le grandi aspettative alla prova dei fatti

Tuttavia, è importante sottolineare come questa narrazione sia spesso il frutto di una percezione indiretta e astratta di “mancanza di meritocrazia”, senza che le persone abbiamo sperimentato direttamente episodi di nepotismo.

Un aspetto fondamentale sottostante alle rappresentazioni positive dei paesi di destinazione e a quelle negative dei paesi di origine è che esse si configurano come una retorica generalizzata, condivisa egualmente da soggetti con alta e medio-bassa qualificazione, nonostante i vantaggi della migrazione, per questi ultimi, siano tutt’altro che scontati.

Le grandi aspettative che gli emigranti hanno non appena giunti nei paesi di destinazione trovano spesso un riscontro positivo tra quanti avevano già un’offerta di lavoro soddisfacente prima di emigrare. È questo un caso piuttosto comune tra i laureati, che prediligono canali istituzionali di ricerca del lavoro, soprattutto tra quanti avevano già avuto un’esperienza all’estero, ad esempio un Erasmus durante gli studi universitari. Ma in molti altri casi dopo la partenza non sono infrequenti esperienze di lavoro nell’economia informale, in settori poco qualificati e in condizioni di lavoro disagevoli. È questa una situazione molto comune tra i migranti con basso titolo di studio, per i quali svolgono un ruolo decisivo i contatti informali con amici e parenti che sono già emigrati in precedenza, sia nella decisione di emigrare che nella ricerca di lavoro una volta emigrati.

Tuttavia, anche occupazioni non migliori di quelle che i migranti a medio-bassa qualificazione avrebbero potuto trovare in Italia sono riviste alla luce della narrazione positiva che circonda i paesi di destinazione. Esse, infatti, sono interpretate come “utili esperienze” nella speranza di poter successivamente migliorare la propria condizione, in contesti come Londra e Berlino, ricchi di opportunità e in cui i datori di lavoro favoriscono il “talento”.

Per saperne di più

Gemm project – growth, equal opportunities, migration and markets

G. Assirelli, C. Barone e E. Recchi (2019). “You better move on”: Determinants and labor market outcomes of graduate migration from Italy. In International Migration Review 53(1): 4-25.

G. Ballarino, C. Barone e N. Panichella (2016). Origini sociali e occupazione in Italia. In Rassegna Italiana di Sociologia 57(1): 103-134.

C. Barone e R. Guetto (2016). Verso una meritocrazia dell’istruzione? Inerzia e mutamento nei legami tra origini sociali, opportunità di studio e destini lavorativi in Italia. In Polis 30(1): 5-34.

D. Coletto e G. Fullin (2019).Before Landing: How Do New European Emigrants Prepare Their Departure and Imagine Their Destinations? In Social Inclusion 7(4): 39-48.

I. Dimitriadis, G. Fullin e M. Fischer-Souan (2019).Great Expectations? Young Southern Europeans Emigrating in Times of Crisis. In Mondi Migranti 3: 127-151.

G. Fullin, E. Reyneri (2015). Mezzo secolo di primi lavori dei giovani. Per una storia del mercato del lavoro italiano. In Stato e Mercato 105(3): 419-468.

ISTAT (2021). Iscrizioni e cancellazioni anagrafiche della popolazione residente, 2019. Statistiche Report.

U. Trivellato (2019). Per troppi giovani la buona occupazione è diventata un miraggio. Evidenze da uno studio pilota. Neodemos.

Non è un caso

Come fa giustamente notare Blondet il più recente attentatore diceva di vivere sotto Hartz IV, vale a dire l’ultimo aggiornamento delle misure della commissione tedesca sul lavoro:

L’ammontare originariamente previsto per la prestazione normale dell’ALGII secondo dichiarazioni di Peter Hartz era fissato a 511 Euro mensili e quindi largamente al di sopra del sussidio sociale. Inizialmente per gli indigenti che avevano esaurito il diritto all’indennità di disoccupazione veniva pagato un supplemento che nel primo anno di percezione della ALGII arrivava a 160 €, e nel secondo anno fino 80 €. Questo supplemento dal 1º gennaio 2011 è stato abolito completamente senza essere sostituito”.

In Italia abbiamo incassato il Job Act che non prevede sussidio alcuno (ma da noi si vive ancora in famiglia) ; oggi però è stato firmato un accordo tra governo e confindustria per inserire ” i rifugiati” nel lavoro.

Chissà cosa si urlerà da noi nel prossimo attentato “terroristico”?

Provate a dire a un giovane

Provate a dire ad un giovane che la sua vita, dai suoi anni fino alla vecchiaia, sarà pagata meno di 1.000 euro il mese, per sempre, così, sogni e bisogni, tutto in quei 1.000 euro, o meno.

Provate a dire ad un giovane che studiare serve a poco. Lui sa benissimo il perché: poiché, pur bravo diventi, sarà sbeffeggiato dal figlio del Direttore Generale, del Primario, del Giudice…che gli passerà davanti senza nemmeno guardarlo, mentre s’accomoda in un posto dove non dovrà fare nulla, solo obbedire ai comandi dall’alto. E guadagnare.

Provate a dire ad un giovane che quella mostra, l’Expo, sarà una virata verso il bel tempo, che l’economia si risolleverà: si metterà a ridere, perché sa benissimo che la deindustrializzazione dell’Italia fu decisa, in ambito europeo, molti anni fa. Ascoltate persone che sapevano come Nino Galloni: lui lo ha fatto, voi non sapete nemmeno chi sia Nino Galloni.

Provate a dire ad un giovane, a ribadirgli, che almeno si è trattato di lavoro per tanta gente, e lui vi ribadirà la lista delle tangenti, degli accordi succosi, dei favori, dei nepotismi che hanno ammantato la vicenda.

Provate a dire ad un giovane che il Job Act sarà la chiave di volta per definire i suoi diritti e doveri in un quadro democratico: vi osserverà come si guarda lo scemo del villaggio mentre blatera le sue litanie senza senso.

Provate a dire ad un giovane che, quando sarà meno giovane, lo stato si prenderà cura di lui: dopo tanto lavoro mal pagato avrà diritto ad una pensione. Non saprà se scoppiare a ridere o piangere, perché sa benissimo che – con l’avanzare del tempo – la pensione la prenderanno soltanto più i politici ed i loro accoliti. Per gli altri, lavoro fino al giorno prima del funerale.

Provate a dire ad un giovane che i SUV che osserva in strada, le vetrine milionarie, i ricevimenti alla Scala, i tappeti rossi, i Festival…sono il giusto corrispettivo per chi, come capitano d’industria, ha fatto la fortuna sua e delle persone che hanno lavorato per lui. Vi risponderà che i SUV, le vetrine milionarie…e tutto il resto sono i proventi dei furti organizzati, delle tangenti, delle ruberie. Capitani d’industria? Ah, ah, ah…possiamo chiamare così chi s’arricchisce pagando la gente 700 euro il mese quasi senza contribuzione…per fare cosa? Per seppellire rifiuti nei campi? Per costruire ponti che crollano il giorno dopo? Allontanatevi da qual giovane: potrebbe incazzarsi.

Presidenti che tutto presiedete, da Mattarella a Renzi, da Maroni a Pisapia…ma…vi stupite tanto che qualche centinaio di giovani dica basta a tutto questo in modo violento? Se lo dice nel modo corretto – quello che volete ascoltare voi – manco lo state a sentire. Se non dice nulla meglio ancora. Se lo dice, per lui, qualcuno in Parlamento lo zittite e lo deridete.

Ma vi stupite?

http://carlobertani.blogspot.com/2015/05/provate.html

Io personalmente mi stupisco che quelli che protestano siano solo qualche centinaio

Generazione Tuareg

Generazione Tuareg

Sei divorato dall’invidia. Sei incazzato perché devi sudartela e sai che, per quanto tu possa pedalare, mai arriverai al traguardo dei “dotati di famiglia” o ci arriverai 20 anni dopo, stanco marcio. Quindi sei (o ti senti) uno sfigato.
Questo è certo, “povero” me.
Ma è altrettanto certa la situazione che ho descritto in precedenza. Situazione, secondo il mio parere, alla quale si lega la passività sociale ed economica di tanta Italia e, paradossalmente, la capillare presenza di un benessere altrimenti impensabile in un paese che da anni soffre la crisi, un paese ansimante e instabile nel cui futuro intravedo più ombre che luci.
Mi sbaglio? Spero di sì e credo di no.


Francesco M.Bologna, 16/01/2014

Stasera guido io

Chiara Sapigni, assessore Sanità, Servizi alla Persona e Immigrazione del Comune di Ferrara e Luisa Garofani, direttore del Programma Dipendenze Patologiche Ausl di Ferrara hanno presentato al Centro Psicosociale-Unità Mobile di Strada-Ausl di Via J. F. Kennedy a  Ferrara, i risultati del progetto  “Bob, stasera guido io” e il bilancio delle  attività svolte a Ferrara tutti i Mercoledì notte da Aprile a Settembre del 2011.

UNA GOVERNANCE DI EQUILIBRIO

Dal bilancio che Garofani e Sapigni ne traggono, emerge la necessità di una “governance” della città urbana, che senza soffocarne le valenze creative  ed di socializzazione, tenga però in conto il sommarsi di differenze e di contrasti.

La città senza vita notturna declina, è quindi importante non rinunciarvi ma puntare alla costruzione di “notti di qualità” dove l’incontro tra i diversi attori in campo (gestori e promotori del divertimento notturno, forze dell’ordine, associazioni di categoria, servizi socio-sanitari, fruitori) sia in grado di favorire una gestione del mondo notturno che individui priorità, necessità e che si faccia promotrice di azioni di sistema che coinvolgano tutte le parti interessate.

Uno scenario, nel quale “l’unità di strada di BOB” assume un ruolo fondamentale nella  promozione della salute e della sicurezza delle persone che si “muovono” nella notte promuovendo una cultura del divertimento e del piacere consapevole; azione che richiede capacità di accompagnare esperienze, sperimentazioni e trasgressioni, sia tenendo conto delle opinioni dei giovani destinatari degli interventi, e delle loro richieste esplicite e implicite, sia delle diverse esigenze, sensibilità e convinzioni di chi abita e vive in modo differente il centro urbano.

“BOB”  E IL MERCOLEDI’ NOTTE

Il progetto “BOB, Stasera Guido Io”, nasce col progetto “Operatori di strada” dell’Ausl Ferrara, e si caratterizza per la presenza di un camper dedicato ad attività di prevenzione che tutti i Mercoledì notte, da Aprile a Settembre, dalle 22 alle ore 2 del Giovedì, staziona di fronte al Duomo di Ferrara.

Il “mercoledì sera universitario” a Ferrara è uno straordinario momento d’aggregazione spontanea giovanile, con centinaia di ragazzi e ragazze affollano la piazza principale della città alla ricerca di divertimento, piaceri, relazioni. Studenti universitari, studenti fuori sede, studenti Erasmus, giovani lavoratori, minori, ma anche ultratrentenni.

CONSUMI E MOLESTIE

Accanto a questo fenomeno, e in parte a causa di questo, si è riscontrato negli ultimi due anni un aumento degli episodi di tensione e molestie, non solo tra i giovani e verso i residenti del centro città, ma anche nei confronti degli stessi operatori dell’unità di strada.

Dall’osservazione abituale delle dinamiche di queste serate, emerge come il livello di aggressività verbale e fisica dei ragazzi possa essere in qualche modo legato al consumo di cocaina mixato con alcol; un consumo legato, non solo alla singola serata, in alcuni casi sufficiente a scatenare comportamenti inadeguati, ma di un consumo abituale, specialmente nei week-end, che amplifica tale livello di aggressività.

CRESCE IL GUIDATORE DI TURNO

Una buona pratica che via, via, sta prendendo piede è, fortunatamente, la designazione di un guidatore di turno (BOB) all’inizio di una serata in cui si prevede il consumo di alcolici.

Il Guidatore di Turno, è una modalità organizzativa rivalutata dai giovani e giovanissimi che, se in un primo periodo ne mettevano in dubbio la fattibilità, etichettando Bob come lo “sfortunato” e con la difficoltà a designare il guidatore all’inizio e non alla fine della serata, ora lo considerano uno strumento organizzativo utile ed efficace ad evitare pericoli per l’incolumità propria e altrui, per la guida e le inevitabili sanzioni.

MINORI, GENITORI E CONSUMO DI ALCOL

I tre operatori di “Bob, Stasera Guido Io” -Ilaria Galleran, Loredana Liverotti, Luca Rossin- hanno richiamato l’attenzione su un fenomeno di questi i ultimi anni che chiama in causa il ruolo delle famiglie e dei genitori: l’aumento dei minorenni nelle serate del mercoledì, dovuto, a detta degli stessi, ad una maggiore flessibilità nelle uscite serali, alle quali non vengono poste  grosse restrizioni di orario.

Minorenni, che  bevono essenzialmente birra e superalcolici sottoforma di “shorts e chupitos”. Esistono, infatti, bar virtuosi che non vendono alcolici ai minorenni, altri che, invece, non rispettano le norme sulla somministrazione d’alcol ai minori, ma anzi, ne incoraggiano il consumo con formule sconto, 2×1, ecc…

Molti dei giovanissimi che frequentano la piazza raggiungono il centro con il motorino (patentino) o sono neopatentati e spesso ignorano la normativa riguardante alcol e guida.

BINGE DRINKING E RUOLO DEGLI OPERATORI DI STRADA

La modalità di bere che accomuna giovanissimi e meno giovani risulta essere, ormai da diversi anni, il “binge drinking”, bere, in altre parole, con il preciso scopo di ubriacarsi consumando in tempi rapidi molteplici bevande alcoliche.

Gli  “operatori di strada” del Camper di BOB sono a disposizione con interventi di relazione con la giovane -e  meno giovane- popolazione del “mercoledì notte”  con attività che prevedono: la misurazione gratuita del tasso alcolemico, la promozione del guidatore di turno “BOB”; consulenze su sostanze, alcol e sessualità; misurazione gratuita del monossido di carbonio (carbossimetro); distribuzione di materiale informativo, preservativi, etilometri monouso e gadget.

Il Progetto “Operatori di Strada” nasce a Ferrara nel 1995 per la “riduzione del danno” -personale e sociale- a seguito di comportamenti particolarmente rischiosi: dalla guida in stato d’ebbrezza, all’assunzione di droghe.  Nel 2001, “BOB” ha dato spazio ad interventi rivolti alla prevenzione del consumo d’alcool e sostanze presso i luoghi del divertimento e durante i maggiori eventi culturali di Ferrara e provincia.

Obiettivo principale: la prevenzione di comportamenti a rischio legati all’assunzione di sostanze alcoliche e psicoattive e, più in generale, quello di attivare processi educativi per favorire e incoraggiare comportamenti responsabili nell’utilizzo del tempo libero e dei momenti di svago.

Ufficio Stampa ASL

Riccardo Forni, giornalista professionista.

Bando MUSAE 2011

E’ aperta la quinta edizione del BANDO MUSAE – Museo Urbano Sperimentale d’Arte Emergente – per partecipare al grande Circuito Internazionale, appuntamento ormai consolidato per gli artisti dai 18 ai 35 anni.
Il regolamento è sul sito www.eventomusae.com
Possono partecipare giovani artisti di tutte le nazionalità e di età compresa tra i 18 e i 35 anni, iscrivendosi al bando con produzioni pittoriche, plastiche, fotografiche, installazioni multimediali, luminose, video, videoarte, land art, body art, design, moda, performance.

Il circuito internazionale MUSAE è ideato e gestito da City Management (società Milanese specializzata in grandi eventi per la Pubblica Amministrazione) con lo scopo di creare un dialogo concreto e produttivo tra mondo dell’arte e luogo urbano. Si cerca il coinvolgimento di varie città per formare un percorso unitario che offra i luoghi del quotidiano alla creatività giovanile; al contempo con MUSAE si riscoprono luoghi cittadini insoliti, a volte celati allo sguardo distratto del passante. Promuovere e sostenere il lavoro dei giovani artisti è l’obiettivo con cui si muovono dal 2006 gli organizzatori del MUSAE, ritenendo fondamentale offrire massima visibilità alle opere e incentivarne la fruizione da parte del pubblico, coinvolgendo addetti ai lavori e non solo. L’ intento è quello di aprire i luoghi del quotidiano alle contaminazioni creative dei giovani, il tutto attraverso un circuito di eventi che si sviluppa lungo tutto il nostro paese e che dal 2009 si è esteso all’estero (con tappe in Uk e Montenegro e nel 2010 a Barcellona).
Il BANDO MUSAE 2011 è un appuntamento fisso per i giovani artisti che intendono promuovere le loro opere e trovare nuovi spazi in un museo urbano, dove il dialogo tra l’Istituzione e la collettività si sviluppa per favorire la concretizzazione dell’espressione creativa. Il Circuito Internazionale MUSAE 2011 gode del patrocinio delle principali Accademie di Belle Arti italiane, degli Enti Locali partecipanti e delle Fondazioni per perseguire il progetto di sviluppo dell’arte urbana dei giovani e per i giovani che supera i limiti imposti dagli usuali canali espositivi e avvicina il pubblico ai nuovi linguaggi del panorama artistico emergente.

Per saperne di più, per partecipare al bando di concorso e per ottenere ulteriori informazioni in relazione alle date programmate per gli eventi, consultare il sito: www.eventomusae.com

È fondamentale iscriversi da subito per potersi candidare già alle prime tappe 2011.
Il bando resta aperto per un anno e le selezioni avvengono di tappa in tappa (cfr.www.eventomusae.com/programma). Il tema di ogni tappa è generico, a meno che non diversamente specificato.
A tal proposito si segnala la prima tappa “tematica” fissata per il 2011, dal titolo “Ditelo coi nodi” -da Collezione di sabbia, Italo Calvino-(n.b. solo per questa tappa: per iscriversi a questo evento tematico, è necessario segnalarlo in note nel modulo on line).

Dal sito è possibile inoltre prenotare il catalogo degli anni precedenti.
www.eventomusae.com

Inaugura il 16 aprile "Spazio 29"

Da un colloquio col prof. Carlo Tassinari, presentatore del progetto che potete trovare in rete, abbiamo appreso che, nella sede dell’ex-liceo, in Via Veneto 29, a Bondeno, sarà ospitata la ludoteca e il Centro Giovani (attualmente presso il “Centro 2000” in Viale Matteotti).

Anche la c.d. “sala Azzurra” destinata a conferenze, sarà qui trasferita in toto, presumibilmente questo consentirà un ampliamento dello spazio teatrale del 2000.

Ma il fulcro delle attività del nuovo servizio dovrebbe essere la custodia e assistenza scolastica e ricreativa dei giovani dopo la fine dell’orario scolastico e nei periodi di vacanza, con possibilità di estensione anche il sabato.

Questo sarà possibile con il coinvolgimento della attuale biblioteca che si farà carico delle esigenze culturali dei ragazzi più grandi, fornendo loro anche il collegamento internet,  e della scuola elementare che fornirà il servizio mensa.

La vicinanza degli edifici consentirà di creare dei percorsi interni che faciliteranno l’integrazione dei servizi, la qualità dei quali dipenderà ovviamente da chi sarà preposto a gestirli e dalle condizioni di lavoro offerte.

L’amministrazione comunale ha stanziato complessivamente per il progetto 247.900 euro, fino al 2014; come abbiamo illustrato in un precedente articolo.

I giovani e il lavoro

Mercoledì 30 giugno, presso Sala Consiglio – Provincia di Bologna – via Zamboni 13 Bologna

Il seminario è l’occasione per presentare le attività svolte in particolare sui possibili inserimenti lavorativi dei giovani verso settori a maggiore potenzialità di crescita e sullo sviluppo di un atteggiamento proattivo nella definizione del proprio progetto personale e professionale.

Obiettivo dell’iniziativa è presentare gli esiti del progetto “I giovani e la gestione creativa del proprio futuro” finanziato dal Ministero della Gioventù e dall’Unione Province d’Italia sia dal punto di vista dell’impostazione complessiva sia illustrando per macro-temi ed elementi qualificanti le azioni svolte dalla singole
Province coinvolte.

Programma
ore 9.45

  • Apertura dei lavori

Vincenzo Bernazzoli, Presidente UPI Emilia-Romagna
Patrizio Bianchi, Assessore Scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro Regione Emilia-Romagna
Giuseppe de Biasi, Assessore Istruzione, formazione, lavoro.
Coordinamento interno tavolo intersettoriale anticrisi Provincia di Bologna

  • Presentazione del progetto interprovinciale

Elena Malaguti, Assessore Istruzione e politiche giovanili Provincia di Modena

  • Presentazione delle esperienze

Claudio Magagnoli, Dirigente Servizio Scuola e Formazione Provincia di Bologna
Andrea Cammelli, Direttore Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea
Caterina Ferri, Assessore Politiche e servizi per il lavoro, formazione professionale, pari opportunità Provincia di Ferrara
Enzo Madrigali, Direttore di DemoCenter-Sipe Provincia di Modena
Manuela Moreni, Dirigente del Settore Politiche del Lavoro e Formazione Professionale Provincia di Piacenza

  • dibattito
  • conclusioni
  • al termine dei lavori è previsto un aperitivo

MUSAE

E’ aperto il bando MUSAE 2010 – Museo Urbano Sperimentale d’Arte Emergente

BANDO MUSAE 2010

E’ aperto il BANDO MUSAE 2010 – Museo Urbano Sperimentale d’Arte Emergente – per partecipare al grande Circuito Internazionale riservato ad artisti under 35, che possono trovare il regolamento sul sito www.eventomusae.com
Una opportunità da non perdere per i giovani artisti di tutte le nazionalità e di età compresa tra i 18 e i 35 anni che possono partecipare al Circuito MUSAE 2010 con produzioni pittoriche, plastiche, fotografiche, installazioni multimediali, luminose, video, videoarte, land art, body art, design, moda, performance.
City Management, società Milanese specializzata in grandi eventi per la Pubblica Amministrazione, ha ideato e gestisce il Circuito Internazionale MUSAE 2010 con l’intento di creare un dialogo concreto e produttivo tra mondo dell’arte e luogo urbano. Un coinvolgimento di ben 50 città, per formare un percorso unitario per la riscoperta dell’arte di qualità e dei luoghi cittadini, per l’abitare comune, per offrire il luogo quotidiano alle contaminazioni creative dei giovani; un circuito di eventi che si sviluppa lungo tutto il nostro paese e che dal 2009 si è esteso anche all’estero (in Uk e Montenegro). Sempre nel 2009 MUSAE ha stretto una collaborazione con la European Cultural Foundation (Amsterdam – NL), promotrice del progetto StrangerFestival (www.strangerfestival.com), dalla quale è nato VideoArt.Exe, progetto interamente dedicato alla VideoArt, che ha accompagnato tutte le tappe del progetto MUSAE 2009.

Il BANDO MUSAE 2010 è un appuntamento inedito per i giovani artisti che intendono promuovere le loro opere e trovare nuovi spazi in un museo urbano, dove il dialogo tra l’Istituzione e la collettività si sviluppa per favorire la realizzazione delle espressioni artistiche. Il Circuito Internazionale MUSAE 2010 gode del patrocinio delle principali Accademie di Belle Arti italiane, degli Enti Locali partecipanti e delle Fondazioni per perseguire il progetto di sviluppo dell’arte urbana dei giovani e per i giovani che supera i limiti imposti dagli usuali canali espositivi e avvicina il pubblico ai nuovi linguaggi del panorama artistico emergente.

Per saperne di più, per partecipare al bando di concorso e per ottenere ulteriori informazioni in relazione alle date programmate per gli eventi, consultare il sito: www.eventomusae.com

È fondamentale iscriversi da subito per potersi candidare già alle primissime tappe 2010.

Generazioni in perdita

Siete una generazione perduta” diceva Gertrude Stein a Ernest Hemingway, traducendo dal francese del capo garagista che si rivolgeva ai garzoni poco ubbidienti. A Parigi, negli anni venti, c’era ancora un certo senso dell’autorità delle generazioni passate anche tra gli americani in visita. Perciò la scrittrice riconosciuta e di esperienza poteva esprimersi così al giovane reporter americano a cui il Premio Nobel sarebbe arrivato solo molto più tardi. E ancora più tardi, dopo quarant’anni, sarebbe arrivato il ’68, che avrebbe rovesciato le parti. E infatti ora, quarant’anni dopo, è la generazione dei nonni del ’68 a sentirsi dire lo stesso commento dai nipotini dei licei americani, che leggono Il giovane Holden non sotto il banco, ma in classe a scuola, e lo deridono in continuazione.

Lo racconta oggi il New York Times (Jennifer Schuessler, “Get a Life, Holden Caulfield”) in un articolo di commento sulla letteratura a scuola. Il romanzo di J. D. Salinger (The Catcher in the Rye) esce nel 1951: la guerra è finita da poco e negli Stati Uniti comincia quel clima di tensione che presto porterà al terrore, alla guerra fredda e alle pratiche di difesa dal ‘pericolo rosso’ dell’Unione Sovietica. Negli anni a venire, i giovani sentiranno sempre più quel ‘peso istituzionale’ tipico dell’epoca e troveranno quindi rifugio in quei prodotti dell’industria culturale che esprimono ansia e isolamento giovanile; è il caso di romanzi come appunto Il giovane Holden di Salinger o Il laureato (The Graduate) di Charles Webb (che in seguito diventerà il film con Mike Nichols), di film come MASH di Robert Altman o di Fragole e sangue di Stuart Hagmann (tratto dal romanzo The Strawberry Statement di James Kunen) o delle note canzoni di Bob Dylan o di Paul Simon.

Dopo quarant’anni un bel po’ di rivoluzionari dell’epoca hanno finito con l’insegnare – resta il mestiere più coerente con certe premesse – e la scuola si è spostata a sinistra. Gli insegnanti, ben preparati a capire le ansie e gli entusiasmi giovanili, si trovano però stupiti che certe ansie e certi entusiasmi in sostanza nei giovani non si trovino più. Eppure la società industriale non è poi così cambiata da fornire chissà quale agio. Cos’è successo”?

È successo che l’industria s’è svegliata. Intanto ha capito che in una società in cui c’è sempre meno tempo da dedicare agli altri, specie ai figli (lavorando in due lo stipendio si dimezza: il datore di lavoro non è scemo) i giovani saranno sempre più alienati e abbandonati a loro stessi. Non avendo nessun referente con cui discutere dei loro problemi (che in sostanza si riducono a quello di crescere) il giovani non solo non li risolveranno mai, ma nemmeno sapranno mai di averli. E infatti arrivano a trenta o quarant’anni e si comportano ancora come ragazzini. Quindi tutto sta a imbottirli di oggetti nuovi, di cose nuove da comprare e da usare per due, tre anni al massimo; poi si buttano perché c’è la novità seguente. E non ci si può permettere di essere senza novità altrimenti si viene tagliati fuori: bisogna essere come gli altri e meglio degli altri. E ciò significa, in sostanza, avere più degli altri: in una società che riconosce solo il benessere materiale il capo riconosciuto è solo chi può dimostrarne di più. E allora è normale che si voti Berlusconi. Se poi capisci che è lui che ti ha vuotato le tasche, ancor meglio: ha dimostrato di essere più furbo di te e quindi si merita i soldi che hai. Capito, povero c… omunista idiota?

Perciò l’insegnante a scuola che ti racconta del ’68, con la giacca di velluto vecchia di dieci anni sopra i jeans, appartiene alla generazione che non solo ha perso, ma è destinata a perdere e non può fare altro; l’onnipotente (ieri Dio, oggi il denaro) ha voluto così. Il ‘loser’ inglese, protestante, non corrisponde all’italiano ‘perdente’, ma al ben più forte ‘sfigato’: destinato a perdere per ineluttabile volontà del fato che ontologicamente depriva dell’oggetto di soddisfazione sessuale (in un mondo maschile, chiaro). E tra quelli c’è anche il giovane Holden, a cui i ragazzi americani dicono: “Piantala di frignare e pigliati un Prozac”, così ti metti il solito sorriso di plastica e dai il tuo incentivo all’industria farmaceutica in crisi. Chi ti credi di essere, per protestare? Un c… omunista come il profe, che ha perso il treno del successo e si è trovato a stipendio fisso di m… iseria senza fare un c… atodo tutto il giorno? Altri tempi, altra musica: oggi se non sali sul treno del successo non solo non sei nessuno, ma non sopravvivi nemmeno. Quindi svegliati, datti da fare e sgomita. Non c’è posto per gli altri. E quando parla Papi, ascolta e impara: è lui che paga.

La mia generazione ha perso”, diceva Giorgio Gaber. Cosa resta da fare? Suggerimento personale: sorridere, prendersi tutte le ore di libertà concesse dal sistema (quello di Saviano, ovviamente) e osservare i giovani per strada: tutti vestiti uguali, con gli stessi occhiali scuri, con le stesse cuffiette stereo a tutto volume con la stessa musica tecno-disco (tucutùn tucutùn tucutùn tucutùn…). Tutti alienati. Avranno vinto loro, ma avevamo ragione noi. Non è sempre chi vince ad avere ragione; capirlo e farlo capire è già un passo enorme.