Kazakhstan

kazakhstanGas e petrolio costituiscono e restano saldamente i punti di forza del Kazakhstan, e nella recente visita di Renzi ad Astana proprio l’elemento energia l’ha fatta da padrone. Alla presenza dell’ad di Eni Claudio Descalzi e dell’ad di Finmeccanica Mauro Moretti, sono stati firmati due importanti accordi da Eni e da Iveco: un passaggio significativo per l’Italia. Il progetto di Nazarbaev è quello di promuovere sempre più lo sviluppo di nuovi settori (quale quello tecnologico) grazie ai proventi derivanti dalle risorse energetiche, per tentare di raggiungere gli audaci obiettivi stabiliti nella “Strategia Kazakhstan 2050”, proclamata in un “documento –  messaggio al popolo” due anni fa, che ricorda quanto pianificazione e lungimiranza siano centrali nelle sorti di uno Stato.

fonte: http://www.lintellettualedissidente.it/kazakhstan-lunita-nella-diversita/

Ormai la politica estera italiana la fanno solo Eni e Finmeccanica, quando lo stato le dismetterà avremo chiuso definitivamente bottega  :-/

Geopolitica

Tra le tante materie che vengono “dimenticate” ogni volta che si cambia la scuola c’è la geografia: i notiziari parlano, parlano (e magari sullo sfondo c’è anche una cartina) ma dove si trova quel luogo di cui si sta parlando nessuno lo sa.

Tempo addietro avevo tenuto una carta dove avrei potuto scrivere, come i Romani, hic sunt leones, tanto poco ne sapevo;

kazachistanpoi in un articolo leggo:

L’altro corollario indispensabile riguarda le rotte commerciali. Se Kirghizistan e Kazakhstan sono fondamentali per i giochi sul quadrante orientale, gli sbocchi della Crimea sul mar Nero sono indispensabili per mantenere un pieno monopolio sulle direttrici marittime con Turchia, Georgia, Romania e Bulgaria. Per Mosca è assolutamente impensabile perdere non solo il porto di Sebastopoli, sede della flotta del Mar nero, ma anche quelli di Yalta e Odessa. Lasciarli in mano a un’Ucraina amica di Bruxelles e Washington equivale a rinunciare all’autostrada navale su cui corrono incrociatori e fregate diretti nel Mediterraneo. Significa perdere il collegamento prioritario con la base navale di Tartus fondamentale per garantire la sopravvivenza della Siria di Bashar Assad e continuare a influenzare il Medio Oriente. Tutte ottime ragioni per cui -agli occhi di Zar Putin- l’Ucraina e la Crimea valgono bene una guerra.

Ed ecco che, guardando la cartina e leggendo l’intero articolo, le cose si capiscono meglio.