“Postmodernismo. Stile e Sovversione 1970 – 1990” è la prima rassegna completa sull’arte, l’architettura e il design degli anni Settanta e Ottanta, un periodo segnato dai controversi tentativi di definire i nuovi scenari culturali dopo le grandi stagioni delle avanguardie moderne.
Questa esposizione è, per il Mart, la prosecuzione di una ricerca avviata con la mostra “Cold War”, che fissava il proprio limite temporale agli anni Sessanta.
Il centro tematico della nuova iniziativa espositiva è il concetto di Postmodernismo, sviluppato a partire dai primi anni Settanta nel dibattito architettonico europeo, per giungere poi a influenzare ogni settore della cultura, e in particolare le arti visive, l’industria musicale e cinematografica, la grafica e la moda. Si tratta di un nodo cruciale anche per le vicende culturali del nostro paese, che il Mart approfondisce e rilancia nell’edizione italiana del catalogo, con un testo dell’architetto Paolo Portoghesi.
La mostra prende spunto dall’analisi di una serie di idee radicali sviluppate in forte contrapposizione alle ortodossie del Modernismo: un ribaltamento dei concetti di purezza e semplicità, da sostituire con nuove forme e cromatismi, citazioni storiche, parodie, ma soprattutto con un nuovo senso di libertà associato all’architettura e al design. Tra i modernisti, non era raro che lo stile personale fosse considerato un aspetto secondario rispetto allo sforzo di realizzare un programma utopico. Per i postmoderni, viceversa, lo stile è tutto.
“Postmodernismo. Stile e Sovversione 1970 – 1990” riunisce oltre 200 oggetti raccolti nei settori più disparati dell’arte, dell’architettura e del design. Fino al 3 giugno 2012.

Ettore Sottsass (per Memphis) - Credenza Casablanca, 1981. Laminato plastico su pannello di fibra, Londra, Victoria & Albert Museum, W.14–1990. Photo © Victoria & Albert Museum
In primo piano c’è il “design sovversivo” di Ettore Sottsass per lo Studio Memphis; la grafica di Peter Saville e Neville Brody; modelli e rendering architettonici come il disegno preparatorio di Philip Johnson per il grattacielo AT&T (1978) ; opere di Robert Rauschenberg, Cindy Sherman e Ai Weiwei; il busto in acciaio inossidabile di Luigi XIV del 1986 di Jeff Koons; la ricostruzione del monumentale lavoro di Jenny Holzer “Protect Me From What I Want” (1983-85); performance e costumi, tra cui il “Big Suit” indossato da David Byrne nel documentario “Stop Making Sense” del 1984; estratti da film come ”The Last of England” di Derek Jarman (1987); video musicali di Laurie Anderson, Grace Jones e i New Order; e anche oggetti soprendenti come i servizi di piatti progettati da architetti come Zaha Hadid, Frank O. Gehry e Arata Isozaki.
Mostra organizzata dal Victoria and Albert Museum di Londra.
Mart: Museo di arte moderna
e contemporanea
di Trento e Rovereto
corso Bettini 43,
38068 Rovereto (TN)