PUTIN ALLE ÉLITE OCCIDENTALI: NON È PIÙ TEMPO DI GIOCARE
Gran parte del mondo di lingua inglese si è perso il discorso del presidente russo Vladimir Putin all’undicesima conferenza internazionale del Valdai Discussion Club a Sochi il 24 ottobre. Si tratta probabilmente del discorso più importante dopo quello di Winston Churchill sulla “Cortina di Ferro” del 5 marzo 1946. Con le sue parole, Putin ha cambiato all’improvviso le regole del gioco. In precedenza, la partita della politica internazionale si giocava così: i politici facevano dichiarazioni pubbliche in cui dipingevano un quadro rassicurante e fittizio di sovranità nazionale, ma non era che uno show che non aveva nulla a che vedere con la sostanza della politica internazionale. Nel frattempo, dietro le quinte si svolgevano le negoziazioni segrete in cui si elaboravano i veri accordi. Putin aveva provato a stare al gioco, aspettandosi semplicemente che la Russia venisse trattata da pari. Ma le sue speranze si sono infrante, e in questa conferenza ha dichiarato che il gioco è finito, e il fatto che abbia parlato direttamente alla gente scavalcando i clan elitari e i leader politici è un’esplicita violazione del tabù occidentale.
Il blogger russo “Chipstone” ha riassunto i punti più salienti del discorso di Putin:
1) La Russia non si presterà più a giochi e trattative dietro le quinte per
questioni di poca importanza. Tuttavia la Russia è pronta ad affrontare
conversazioni e accordi seri se questi servono alla sicurezza collettiva, sono condotti con onestà e tengono conto degli interessi di ciascuna delle parti.
2)Tutti i sistemi per la sicurezza globale collettiva sono ormai in rovina.
Non sono più una garanzia per la sicurezza internazionale. L’entità che li
ha distrutti ha un nome: Stati Uniti d’America.
3) I creatori del Nuovo Ordine Mondiale hanno fallito, poiché hanno costruito un castello di sabbia. Il fatto che vada costituito o meno una sorta di Nuovo Ordine Mondiale non è una decisione che spetta alla Russia, ma è una decisione che non si può prendere senza la Russia.
4) La Russia preferisce un approccio conservatore nell’introdurre innova-
zioni nell’ordine sociale, ma non si oppone allo studio e alla discussione
di tali innovazioni per valutare se la loro introduzione sia giustificata.
5) La Russia non ha intenzione di pescare nelle acque torbide create
dal sempre più vasto “impero del caos” dell’America, e non ha interesse
a creare un nuovo impero proprio (non è necessario: la sfida, per la Rus
sia, è piuttosto lo sviluppo del suo già vasto territorio). Né desidera agire da
salvatore del mondo, come ha già fatto in passato.
6) La Russia non tenterà di riformare il mondo a propria immagine, ma
non permetterà neppure ad altri di riformare il mondo a loro immagine.
La Russia non si isolerà dal mondo, ma chiunque tenterà di isolarla dal
mondo di certo raccoglierà tempesta.
7) La Russia non desidera che si diffonda il caos. Non vuole la guerra e
non ha intenzione di iniziarne una. Tuttavia, la Russia di oggi vede come
quasi inevitabile lo scoppio di una guerra globale, è preparata e continua a prepararsi per affrontarla. La Russia non teme la guerra.
8) La Russia non intende assumersi un ruolo attivo nell’ostacolare coloro che continuano a tentare di instaurare un proprio Nuovo Ordine
Mondiale, per lo meno finché i loro sforzi non inizieranno a ledere
gli interessi russi. La Russia preferirebbe restare in disparte e osservarli
mentre si continuano a dare la zappasui piedi. Ma chi trascinerà la Russia in questo processo trascurando i suoi interessi, imparerà a proprie
spese che cos’è il dolore.
9) Nelle sue politiche estere e sopratutto in quelle interne, la potenza
della Russia non si affida alle élite e ai loro accordi sottobanco, ma al volere del popolo.
http://cluborlov.blogspot.it/2014/10/putin-to-western-elites-play-time-is.html
Traduzione italiana in Nexus New Time 113, pag.10