“Siamo in guerra”. Ma che mi dici mai

nel 2010 su impulso della segretaria di stato Hillary Clinton ( è questo già illustra che tempi ci attendono) Parigi firmò assieme alla Gran Bretagna una sorta di intesa, detta di Lancaster House, in cui venne stabilito che le forze dei due Paesi dovessero attaccare Libia e Siria il 21 marzo 2011

il Simplicissimus

arton30706-42d75Mentre gli inglesi addestrano un nuovo gruppo di ribelli contro Assad e Dowing street ne dà la notizia ufficiale, mentre  gli jiahdisti che resistono ad Aleppo contro le regolari truppe siriane vengono riforniti di armi dall’Arabia Saudita, in Occidente l’opinione pubblica viene confusa e depistata verso la xenofobia generica e infantile della guerra di civiltà, l’unica che garantisca di nascondere dentro un contenitore oscuro le contraddizioni insensate e il caos creato dalla geopolitica del neo colonialismo. La difficoltà non consiste nell’ammettere la politica di rapina  che è sempre stata accettata e perseguita, ma nel giustificare le vittime innocenti che questo comporta beninteso nei Paesi dominanti – degli altri chissenefrega – e nell’armonizzare tutto questo con i topoi, gli archetipi del pensiero unico fondati sull’individualità e sul conflitto tra individui. Esiste il denaro, esistono vincenti -perdenti, secondo un darwinismo da balera, mentre tutto il resto, stati, religioni, classi, comunità, popoli e culture non sono…

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7 thoughts on ““Siamo in guerra”. Ma che mi dici mai

  1. Correva, infatti, l’anno 2011 quando Washington diede il suo decisivo sostegno all’asse franco-inglese (talmente temibile, da esaurire in poche settimane l’intero arsenale di bombe aeree e missili a disposizione) per rovesciare il Colonnello Gheddafi. Ne seguì la brutale uccisione del rais e la rapida, inesorabile, caduta nel caos di quello che un tempo era stato il più ricco Paese africano. Si dice che mancò l’interesse ad assistere i libici nel post-Gheddafi; si dice che alcuni alleati della coalizione se ne lavarono le mani (vedi la recente accusa di Obama a Cameron e Sarkozy di aver trascurato il post-conflitto), favorendo così l’esplosione dell’anarchia: menzogne.

    Il caos in Libia è stato scientemente coltivato dagli angloamericani sin dal 2011, così da provocare la frattura del Paese in tre regioni sfruttabili secondo criteri coloniali (Cirenaica, Tripolitania e Fezzani) ed impiegarlo come trampolino di lancio per esportare il terrorismo in tutta la regione (Egitto, Tunisia ed Algeria).
    http://federicodezzani.altervista.org/quella-fretta-americana-bombardare-sirte/

  2. Mettere a disposizione le basi siciliane per i raid statunitensi, significherebbe alienarsi del tutto il governo di Tobruk e legarsi mani e piedi al sempre più incerto governo americano-islamista di Al-Serraj: la probabilità, in un futuro non troppo remoto, di essere espulsi economicamente e politicamente dalla Libia, a beneficio di Russia, Francia ed Egitto, crescerebbero così vertiginosamente.

    Si tratta, però, di politica estera e pretendere che un governicchio che si dibatte tra un’acutissima crisi bancaria, alti rischi di un’ennesima recessione ed un costante calo di popolarità, se ne preoccupi, è forse troppo. Così, concedendo a cuor leggero le basi per i bombardamenti americani, l’Italia si incammina a cuor leggero verso l’ennesimo disastro geopolitico nel Mediterraneo.

    Il governo Renzi rivive, giorno dopo giorno, l’ultima fase dell’esecutivo Berlusconi, estate 2011.

  3. Coloro che hanno diffamato e demonizzato Milosevic, sono le stesse persone che hanno sostenuto e difeso la guerra in Iraq come “guerra giusta”, nonchè altri interventi militari occidentali tutti macchiati di sangue innocente e scatenati sulla base di menzogne, reclami non provati o grandi esagerazioni, che sono quelle su cui avevano impostato le loro accuse. La lezione che dobbiamo prendere da questa triste vicenda è quella che la NATO non è una forza che opera per difesa, ma al contrario la NATO è il braccio militare dell’egemonia nordamericana, il bastone utilizzato per abbattere in linea qualsiasi nazione che osi opporsi al loro ordine del giorno per l’egemonia mondiale. Milosevic, prima demonizzato e poi processato e condannato, doveva servire da esempio per tutti coloro che si oppongono al potere egemonico americano.
    http://www.controinformazione.info/si-rivela-la-macchinazione-della-nato-per-abbattere-il-governo-della-serbia/

  4. La nuova cornice legislativa consente a Palazzo Chigi di autorizzare, informandone il Copasir, missioni all’estero di militari appartenenti ai corpi speciali, ponendoli temporaneamente sotto la catena di comando dei Servizi segreti. I reparti d’elite possono quindi agire con le garanzie funzionali degli 007.
    ATTIVITÀ RISALENTI AL MESE DI LUGLIO. La legge prevede inoltre che Palazzo Chigi, entro 30 giorni dalla chiusura dell’operazione, comunichi al Copasir modalità e tempistica dell’utilizzo dei corpi speciali. Il documento, classificato top secret, è stato inviato nei giorni scorsi al Comitato. Dunque le attività svolte dai nostri commando dovrebbero risalire al mese di luglio.
    LIMITAZIONI E CARATTERISTICHE D’IMPIEGO. Secondo la legge, in particolari e specifiche situazioni di crisi o di emergenza, come il rapimento di cittadini italiani o la concreta minaccia di un attentato terroristico, il governo può impiegare forze speciali all’estero in delicate missioni d’intelligence, per integrare le risorse dell’Aise, il Servizio segreto esterno. L’esecutivo può opporre il segreto di Stato sul loro operato, in caso di indagini da parte della magistratura.
    http://www.lettera43.it/cronaca/libia-il-giallo-delle-forze-speciali-italiane-a-sirte_43675256680.htm

  5. Non sono solo i documenti ritrovati a Sirte dove si parla di cellule Isis nel Milanese a preoccupare i servizi di sicurezza italiana. Con la liberazione della città libica dall’Isis, «lo scenario è completamente cambiato e cresce oggettivamente il rischio che dei militanti possano fuggire in Europa anche via mare». A lanciare l’allarme Giacomo Stucchi, presidente del Copasir, secondo cui «a lungo è stato altamente improbabile, se non impossibile che Daesh facesse viaggiare suoi affiliati sui barconi, esponendo ai rischi oggettivamente alti della traversata uomini su cui aveva investito in tempo e soldi».
    «’CANI SCIOLTI’ VERSO L’EUROPA». Oggi, però, avverte il presidente, si è «in pieno caos, e nella fuga dalla Libia quelli che non sono diretti verso Sud potrebbero anche decidere di tentare la carta del viaggio in mare verso l’Europa. Sono cani sciolti, gente allo sbando, che scappa poi si tratta di capire quali intenzioni ha chi dovesse davvero arrivare in questo modo: semplicemente far perdere le proprie tracce oppure voler continuare a ‘combattere’ in nome della propria causa?».
    http://www.lettera43.it/cronaca/copasir-aumenta-il-rischio-jihadisti-isis-sui-barconi-dei-migranti_43675256931.htm

  6. In questo marasma, l’Italia ha deciso di inviare in Libia un ospedale da campo, il Role 2, e un contingente di paracadutisti del 186° Reggimento della Brigata Folgore, ufficialmente a protezione della struttura sanitaria. L’ospedale sarà basato a Sirte e servirà a curare gli oltre 2mila miliziani feriti nella riconquista di Sirte. I reparti si sono già imbarcati a Spezia. Si uniranno alle Forze Speciali appartenenti al Reggimento d’Assalto Col Moschin già presenti al fianco delle milizie di Misurata. La missione, presentata alla Commissione Esteri e Difesa di Camera e Senato dal Ministro Pinotti, si chiamerà “Ippocrate”; sarà composta complessivamente da 300 uomini: 65 saranno destinati alla componente medico-infermieristica, 135 al supporto logistico e 100 alla Forza di Protezione. Sull’aeroporto di Misurata sarà schierato un C-27J per l’eventuale evacuazione d’emergenza ed una nave della Marina stazionerà al largo delle coste della Libia con compiti di supporto e protezione. L’ospedale garantirà da subito l’assistenza salvavita e gli interventi “codice rosso”; in capo a tre settimane garantirà assistenza e ricovero fino a 50 pazienti ed opererà in sinergia con l’ospedale civile di Misurata. Gli scarponi italiani scendono sul campo, resta da vedere con quale strategia e sotto la regia di chi. Fonte: Il Faro sul Mondo

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