Si tratta di quelli che invocano Bava Beccaris, che pretendono che chi vota debba esibire il certificato di igiene, che sollecitano misure per sospendere la pensione ai riottosi, che pensano che i giovani debbano soffrire per prepararsi alla vita, che sono pronti a sacrificare la prole su suggerimento del dio che governa il brand sanitario, che ritengono che i decessi attribuibili al vaccino così come quelli frutto dello stato di abbandono criminale in cui sono stati lasciati i pazienti affetti da gravi patologie, non siano altro che effetti collaterali sopportabili dal sistema che in una situazione di emergenza è costretto a “selezionare”.
Sono diventati loro il ceto intellettuale a libro paga dell’oligarchia, che liquida chi esercita ancora critica o dubbio come molesti disfattisti irresponsabili, che apostrofa di populista chi denuncia l’approccio tecnocratico dei competenti, che deplora come sovranista chi ha l’ardire di contestare la generosità europea. Sono loro che officiano i riti del Pnrr proprio come quelli delle reiterate dosi da somministrare, in modo che si agisca per provvedimenti d’urgenza, per comandi autoritari, per controriforme che non devono intervenire sullo statu quo, che non fanno assunzioni, non investono in stato sociale, non spendono in niente che abbia un effetto duraturo sul servizio sanitario, come in qualsiasi altro settore strategico del “sistema Paese”.
Difficile dar torto a chi come Andrea Zhock pensa che ormai l’esclusione dei cittadini da ogni scelta è completa e non vale più la pena di denunciare “abusi, coazioni, forzature, ricatti, discriminazioni, omissioni, bastonature mediatiche, distorsioni della Costituzione, censure, macchine del fango” ormai passati in cavalleria senza che si senta “neanche il bisogno di verificarne i presupposti, senza che un sussulto di indignazione (prepolitica) metta in allerta”.
estratto da https://ilsimplicissimus2.com/2021/09/22/dittatura-della-mancia-155170/