Fissiamo bene a mente questi 3 concetti: viewers, cpt e compenso. È la triade di riferimento di un pezzo importante della nuova economia globale digitale. È la triade fondamentale che regola il Mercato del Lavoro in Rete su scala globale. La loro relazione è:
Compenso = cpt x n. migliaia di viewers, paragonabile alla vecchia equazione: Salario = costo di un’ora lavoro x n. ore lavorate. Si capisce bene che Chi (e Come) fissa il valore del “cpt” determina il valore del mercato nei diversi territori e nei diversi rami del web.
Qui si danno due possibilità.
1) La contrattazione sul valore del CpT avviene tra Mr. X e la Concessionaria che lo tiene per le palle. Mr. X non ha alcuna facoltà negoziale e si accontenta di ciò che gli viene offerto.
2) Il “patto leonino” è escluso: il CpT è il costo per contattare 1000 viewers su un dato territorio del pianeta; un valore fissato -“a monte” di qualsiasi negoziato- dalle Autorità.
Ovviamente la seconda ipotesi è “troppo democratica” per essere praticata. È un’ipotesi che darebbe certezze ai produttori di contenuti e pari dignità a ogni viewer potenziale acquirente di merci e servizi. Non se ne parla proprio! Quindi si applica la prima e si giunge in tal modo a effetti devastanti.
Effetto 1: siccome i viewers sono gli stessi Umani, con la stessa propensione al consumo e lo stesso potere di acquisto, sia che li raggiungi con la tv o con la stampa o con il web, il valore del CpT dovrebbe essere lo stesso che l’Inserzionista paga ai network tv o alla stampa. Invece è una frazione molto, molto minore.
Effetto 2: Mr. X pensa di essere indipendente invece è uno sfruttato alla catena di organizzazione dei consumi e del consenso mediatico digitale. Uno sfruttato, fra l’altro, privo di consapevolezza che tende ad autoschiavizzarsi.
Effetto 3: l’intera industria dei Media soffre perchè se gli inserzionisti, grazie al web, possono raggiungere lettori/viewers a costi molto più bassi, perchè dovrebbero continuare a pagare gli spazi sui Media tradizionali. Ne conseguono chiusure di gloriose testate, licenziamenti e superfetazione di sottosalariati. Qualcuno grossolanamente commenta: «E chi se ne frega . è il web che vince. Vuoi forse mettere le briglie al futuro?», ma sbaglia. Chi vince non è nè il web nè il Futuro. Vincono: la Dominant Minority, la Global Power Elite, la International Advertising Agency e i Grandi Inserzionisti Planetari.
Effetto 4: A causa dell’inesistente potere di contrattazione – nonostante i suoi milioni di viewers e talvolta l’ottimo lavoro svolto – ogni singolo Utente che genera Contenuti può essere fatto fuori velocemente non appena la sua linea editoriale diventa “intollerabile” per il modello di vita, di consumo e sviluppo proposto e difeso dagli inserzionisti pubblicitari e dai loro maggiordomi mascherati da Media, Agenzie Pubblicitarie o Social network.(corsivo nostro)
Effetto 5: i Grandi Social Network, che furbescamente rivendicano un ruolo diverso dagli Editori tradizionali, che pretendono di essere un porto franco in nome del “fair use”, muovendo sulla scacchiera globale, non pagano le tasse sui territori dove operano.
Questo articolo spiega perfettamente che, in tutti i media, i veri contenuti, ormai, sono quelli pubblicitari (non tanto i prodotti, che sono intercambiabili) ma lo stile di vita. Il resto è un riempitivo che ormai l’utente non ricorda neanche più.