di Luciano Lago Con l’arrivo della buona stagione, dalla Sicilia alla Calabria si registra lo stesso copione degli anni scorsi: ricominciano gli sbarchi di migliaia di migranti sulle coste nazionali e si tornano a contare i morti annegati nel Canale di Sicilia, il braccio di mare che separa la Libia dall’Italia. Ieri sulle coste siciliane sono sbarcate quasi 1.500 persone: 700 a Palermo e gli altri divisi tra Pozzallo e Augusta. L’invasione prosegue più massiccia di prima. Le cause di questo nuovo afflusso bisogna ricercarle anche nella chiusura della rotta balcanica che dirotta verso le coste italiane masse di migranti di varie provenienze. Il fenomeno non è spontaneo, come i media del sistema vorrebbero far credere, ma al contrario viene fortemente sospinto ed incentivato da alcune organizzazioni internazionali. Già in precedenza avevamo messo in risalto il ruolo centrali mondialiste nel fomentare l’immigrazione di massa come strumento della geopolitica del caos per destabilizzare e disarticolare la struttura sociale dei paesi europei. Si era messa a fuoco anche la sostanziale complicità di Washington nel favorire l’invasione di massa dell’Europa da parte dell’ondata migratoria, considerando anche il ruolo decisivo avuto dagli USA nella destabilizzazione dei paesi del Medio Oriente e dell’Asia. L’invasione di migranti e la disarticolazione dei paesi europei è un obiettivo che rientra nella strategia egemonica degli Stati Uniti di mantenere sotto l’ombrello della protezione atlantica le province europee dell’impero americano. Vedi: migrazioni di massa come arma geopolitica Se andiamo ad analizzare quali siano le cause dell’ondata di sbarchi che sta portando migliaia di clandestini sulle coste italiane e su quelle della Grecia, risulta evidente quanto questa massiccia ondata migratoria non sia un fenomeno spontaneo ma sospinto ed incentivato da precise organizzazioni mondialiste e da un paese NATO (la Turchia) che utilizza queste masse di profughi come arma di ricatto verso l’Europa. In ultima analisi siamo portati a concludere che è in atto la spallata finale contro i paesi europei per annientare le identità nazionali e procedere alla fase avanzata del piano di sostituzione delle popolazioni e delle identità europee. Non si possono passare in secondo ordine le rivelazioni dei servizi segreti austriaci su quante ONG siano coinvolte nel finanziamento e nel traffico dei migranti anzi queste rivelazioni, aggiunte alle altre, ci forniscono l’ennesima prova che conferma quanto gli USA siano i responsabili dell’attuale emergenza immigratoria. Vedi: Servizi segreti austriaci: Usa e Soros finanziano l’invasione dell’Europa Risulta facile notare come ci sia stata sempre una costante ingerenza statunitense nelle questioni interne dell’Unione Europea come ad esempio quelle che, nell’anno appena trascorso, hanno riguardato le trattative avutesi tra Grecia del governo Tsipras e la Troika, fatto che ha messo pienamente in luce come la vera posta in gioco del Grexit non fosse soltanto una questione economica ma che l’eventuale fuoruscita della Grecia dal sistema dell’euro e dalla UE rappresentasse in realtà una questione geopolitica e si era capito come i contendenti in campo non fossero soltanto la Grecia e Bruxelles ma Washington e Berlino. Altrettanto accade con la questione migratoria che coinvolge tutti i paesi europei ed in particolare quelli della rotta balcanica con la Grecia in prima fila e l’alleato della NATO, la Turchia, messo in una posizione di detonatore della crisi grazie al rapporto privilegiato che il governo di questo paese intrattiene con Berlino e con Washington. In tutte queste situazioni gli Usa, nonostante abbiano recitato la parte dell’osservatore disinteressato, hanno dimostrato come la costruzione europea sia di fatto del tutto funzionale agli interessi egemonici atlantisti e così come questa costruzione, in ogni suo possibile allargamento, favorisce, attraverso la NATO, l’estensione dell’egemonia statunitense, ogni suo possibile arretramento ne limita il campo d’azione. Possiamo ricordare di quanto affermava Bzrezinski quando assegnava all’Europa il ruolo di mera “testa di ponte democratica degli Stati Uniti in Eurasia”, sostenendo che: «Qualunque espansione del campo d’azione politico dell’Europa è automaticamente un’espansione dell’influenza statunitense. Un’Europa allargata e una NATO allargata serviranno gl’interessi a breve e a lungo termine della politica europea. Un’Europa allargata estenderà il raggio dell’influenza americana senza creare, allo stesso tempo, un’Europa così politicamente integrata che sia in grado di sfidare gli Stati Uniti in questioni di rilievo geopolitico, in particolare nel Vicino Oriente». Vedi: A Plan for Europe Questo spiega l’interees di Washington nel favorore le possibilità di allargamento ulteriore dell’unione Europea (alla Turchia, alla Serbia ed alla Macedonia) e la sua azione di pressing sui paesi che sono tentati di uscirne fuori. Bisogna capire che il peggiore incubo di Washington è quello di dover assistere ad un riavvicinamento fra Europa e Russia ed in particolare che gli sforzi della strategia USA sono tutti indirizzati ad impedire con ogni mezzo una possibile alleanza tra Russia e Germania, che costituirebbe l’unica seria minaccia alla supremazia planetaria dell’impero “talassocratico” che un tempo era della Gran Bretagna e oggi degli Stati Uniti. Interessante notare che, nonostante la massiccia propaganda mondialista, in alcuni paesi si è risvegliato il senso dell’identità nazionale e si è percepito il livello della minaccia costituito dal fatto di aprire le porte all’ondata migratoria. Uno di questi è l’Ungheria di Orban, ma non è il solo visto che su posizioni simili si trovano la Repubblica Ceka, la Slovacchia e la Polonia, oltre all’Austria, alla Danimarca ed altri paesi che hanno chiuso le frontiere.
Leggi tutto su http://www.controinformazione.info/con-la-primavera-inizia-la-fase-avanzata-del-progetto-mondialista-di-disarticolazione-delleuropa/
Nota: per il titolo vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Halford_Mackinder
Infatti, oramai in Grecia la tassazione dei sudditi è applicata su di un reddito presunto (e non già su quello realmente prodotto dal contribuente), determinato con estrema precisione su quanto gli individui posseggono e, prima ancora, sul fatto stesso della loro esistenza fisica, perché in Grecia “esistere” vuol dire “disporre di un reddito potenziale” arbitrariamente fissato a 3000 euro l’anno, assunto a “reddito universale d’esistenza” al contrario. Questo ci fa capire che lo scopo finale è di spossessare gli abitanti del paese (non truffatori o membri di clientele politiche) di tutti i loro beni. Per sottrarsi alle tasse, i greci dovrebbero dare via i loro beni o trovare diverse scappatoie, progressivamente meno evidenti. É tutto divenuto un “si salvi chi può”, suicidi compresi.
http://www.lolandesevolante.net/blog/2016/03/animali-selvaggi/
La democrazia e la libertà. Libertà di fare cosa? Di quale libertà godiamo in Italia? Fare shopping?
Il maremoto retorico in pochi minuti ha già originato le proprie onde anomale.
E certo, ti assale il desiderio che arrivino in fretta queste colonne d’acqua e ci sommergano.
Se dobbiamo diventare schiavi acceleriamolo questo cambio di passo e facciamola finita.
D’altra parte i tentativi di contrasto basati sul dialogo e sulla logica non servono a nulla.
La gente non ti sta a sentire, per carità.
Io stesso faccio fatica a convincere i miei familiari, figuriamoci gli estranei.
La controinformazione conta quattro gatti e occorre arrendersi alla banalità delle cifre: Blondet e Orso li seguono (forse) in diecimila mentre una singola puntata di Bruno Vespa arriva a un milione di zombie; una puntata del TG3 con la supercotonata Botteri, invece, supera i due milioni.
http://pauperclass.myblog.it/2016/03/22/altro-passo-verso-gli-stati-uniti-deuropa-alceste/
Si tratta di costruire la “narrativa” giusta, che i media si stanno già applicando a diffondere. Per esempio: Bashar Assad è il “facilitatore massimo del Califfato”; il Califfato esiste solo perché esiste il regime di Assad; rovesciato Assad, il Califfato scompare e arrivano le forze democratiche.
http://www.maurizioblondet.it/nato-bruxelles-febbraio-riunito-49-alleati-tema-invadere-la-siria/
la classica politica dell’equilibrio con cui Londra gestì gli affari europei dal XVII al XX secolo. Due sono i cardini della politica:
nessuna potenza, o coalizione di potenze, deve raggiungere una massa critica tale da esercitare il controllo del Continente ed alterare di conseguenza gli assetti internazionali;
nessuna potenza deve insidiare l’egemonia sui mari delle potenze marittime (ieri Londra, oggi Washington).
Tradotto in termini pratici:
la Germania deve essere “contenuta” su ogni lato e l’alleanza tra Berlino e Mosca evitata ad ogni costo;
il Mare del Nord, lo Stretto di Gibilterra, il Mar Mediterraneo e Suez devono restare sotto il controllo angloamericano.
Ne deriva che:
la Francia ed una nuova “piccola Intesa”, o ancor meglio l’Intermarium sognato dal maresciallo polacco Jozef Piłsudski, devono isolare il blocco tedesco ed impedire che si saldi alla Russia;
La penisola Scandinava deve rimanere nell’orbita inglese mentre Portogallo, Spagna, Italia e Grecia (“subappaltate” alla Francia) in quella statunitense.
Dall’Unione Europea si passerebbe così al quattro Europe: il blocco latino, il blocco germanico, il blocco anglo-scandinavo ed il blocco dei nazionalisti dell’Est.
http://federicodezzani.altervista.org/bocciatura-dellaccordo-ucraina-ue-lolanda-apre-le-dighe/